TERRITORI

Il diritto al rovescio. Fotoreportage #nomuos

Un reportage narrativo e fotografico dalla manifestazione No Muos del 4 aprile a Niscemi […] il corteo dei 5mila dopo il sequestro del Muos. Leggi anche la diretta del corteo, e l’articolo “Perchè è stato sequestrato il Muos?” da nomuos.info

Sabato 4 Aprile migliaia di manifestanti si sono ritrovati nella sughereta di Niscemi per ribadire l’ostilità incondizionata contro il MUOS, installazione militare americana che serve a pilotare i droni e muovere guerre in tempo reale in tutto il globo.

La testa del corteo, lasciata ai bambini, testimoniava la volontà degli attivisti di comunicare l’importanza di una battaglia che nasce dal coinvolgimento di tutti, soprattutto dei e delle giovani che assurgono a simbolo di riscatto in un luogo che vuole avere il diritto di scegliersi la propria esistenza ripudiando gli strumenti di morte e guerra speculari alla ragion di stato.

Come in un quadro del pittore fiammingo Pieter Brughel (foto di copertina) la valle antistante il cancello 1 della base restituiva un’immagine densa di tensioni e storie sociali differenti che per una volta convergevano verso lo stesso obiettivo. Erano presenti le realtà sociali che lottano in difesa del territorio, dai non tav della val di susa alla rete askavusa di Lampedusa, passando per i comitato contro gli inceneritori e i no triv.

Galleria fotografica a cura di Francesco D’Amore:

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L’imponente corteo ha marciato, per l’ennesima volta, contro il diritto al rovescio che vede le forze di polizia schierate a difesa di un cantiere abusivo e a tutela degli interessi di un governo straniero nel proprio territorio. Le forze dell’ordine, in assetto antisommossa, vigilavano il cantiere dall’interno, a difendere l’indifendibile.Già altre volte i “difensori del diritto” si sono schierati dalla parte sbagliata, scortando operai fin dentro un cantiere abusivo e cercando di bloccare e intimidire gli attivisti che tentavano di far valere i propri diritti impedendo a chiunque di entrare dentro la base militare posta sotto sequestro dalla magistratura.

Dopo i sigilli del cantiere da parte della procura di Caltagirone, la massiccia presenza degli attivisti dimostrava l’importanza dell’azione diretta come unica via per ottenere il riconoscimento delle proprie ragioni. La manifestazione di Sabato dimostra che nessuno vuole abbassare la guardia anche contro le istituzioni che si schierano dalla parte di un governo straniero che lucra sul nostro territorio e contro il diritto al benessere della popolazione locale. Eravamo tutti a Niscemi con i nostri corpi, con la volontà di riprenderci la nostra terra da chi ne vuole fare un luogo di guerra ed esclusione, abbiamo ribadito la nostra volontà di smontare la foresta meccanica di antenne fino all’ultimo bullone, non smetteremo di lottare fino al riconoscimento incondizionato delle nostre ragioni.