EUROPA

Altra grande giornata di sciopero in Francia. La polizia sgombera Tolbiac

Continua lo sciopero francese con adesioni e numeri di piazza altissimi. Questa mattina il governo Macron ha lanciato la sua durissima controffensiva sgomberando la sede universitaria di Tolbiac

In Francia prosegue la lotta su più fronti contro il governo e le politiche di Macron che ha lanciato un’offensiva a 360 gradi contro tutto il settore pubblico, dai trasporti della SNFC all’Università, dalla loi asile et immigration al tentativo di sgombero della ZAD. Macron ha rivelato il suo vero volto neoliberale che unisce privatizzazione selvaggia e conservatorismo estremo –peggio di Le Pen, si dice nelle piazze. Ecco di quale “guerra civile europea” sta parlando.

Ma ieri nelle piazze migliaia di persone di tutto l’hexagone si sono date appuntamento per una potentissima giornata di sciopero (l’ottava) che è stato indetto da CGT e Solidaires. In 130 città sono partite manifestazioni che hanno visto uniti lavoratori delle ferrovie, studenti, personale ospedaliero, postini e buona parte della funzione pubblica. Le adesioni dei soli conduttori di treni sono state stimate al 66%. Lo scontro sul fronte dei trasporti si prevede durissimo: sempre ieri l’unione intersindacale di CGT-UNSA-CFGT-SUD ha deciso di rompere la concertazione con il ministro dei trasporti Elisabeth Borne, perché di fatto il governo sta ignorando completamente le richieste dei lavoratori. I linguaggi del governo e delle lotte sono incompatibili, antitetici e la “mediazione” che Macron vuole imporre a colpi di privatizzazione è semplicemente impossibile.

D’altra parte, prosegue e si è intensificata anche la lotta studentesca. Lotta che non si svolge in parallelo, ma che trova la sua forza nel punto di incontro con le lotte della SNFC, svelando quell’”eccedenza vitale” che è l’unica in grado di cambiare il segno nella notte dell’Europa. Gli studenti e una componente sempre più significativa del corpo insegnante  protestano da febbraio contro la loi ORE, che riorganizza in modo restrittivo la selezione per gli accessi all’Università. Risulta che il 40% delle università sia oggi bloccato in alcuni casi in modo integrale. Sono molte le assemblee che negli ultimi giorni hanno votato la continuazione dei blocchi fino al 1 maggio e diversi i comunicati congiunti dei docenti.

Nella giornata di ieri a Parigi, nel corteo oceanico che abbiamo seguito, sono scese in piazza 40-50.000 persone in una manifestazione che si è mossa da Montparnasse a Place d’Italie. Nonostante la brevità del percorso, il corteo è durato moltissime ore, perché dall’inizio alla fine, sono avvenuti scontri in tutti gli angoli, con un contenimento che si è dato prima a distanza con lacrimogeni e granate assordanti e si è poi fatto sempre più duro, quando la polizia è addirittura entrata all’interno del corteo. Impressionante è stata la compattezza che si è espressa durante la manifestazione, la solidarietà tra sindacati e studenti, l’imponenza del cortège de tête, che non costituisce un pezzo separato dal resto della manifestazione ma la coinvolge tutta, tra persone bardate e altre in costume da bagno che cantano all’unisono «Tout le monde déteste la police». Anche nella piazza d’arrivo gli scontri sono proseguiti e il bilancio è di due arresti.

A partire dalla “vittoria” della giornata di ieri, che ha visto una partecipazione ancora più ampia di studenti e lavoratori alle mobilitazioni e contro il principio di generalizzazione che si sta affermando, la risposta durissima del governo non si è fatta attendere. Questa mattina, infatti, la polizia ha sgomberato il luogo per eccellenza delle mobilitazioni universitarie, vale a dire Tolbiac. Non c’è una televisione o un giornale francese che non parli di questa operazione di polizia e del fatto che il Ministro dell’Istruzione, Frédérique Vidal, si recherà in pompa magna a visitare questo pomeriggio Tolbiac per ratificare la controffensiva governativa. Il che mostra come quel luogo e il suo sgombero abbiano un altissimo valore simbolico. Il governo l’ha definita un’operazione perfetta e senza incidenti, ma la realtà è tutt’altra: diversi studenti sono all’ospedale perché feriti gravemente e molte le studentesse che sono state insultate e umiliate dai “celerini” CRS.

Non è escluso che nelle prossime settimane, sfruttando le vacanze dell’università francese, che vanno da ora al 1 maggio, giorno che si prevede cruciale per questa mobilitazione di studenti e lavoratori (e in cui ricorre anche il cinquantennale del maggio ’68), la controffensiva del governo sulle università proseguirà spietata.

Già nel pomeriggio si terrà un’assemblea alle 18 in cui le diverse componenti si riuniranno per discutere la strategia politica e d’azione da qui ai prossimi tempi. Non vogliamo ripetere lo scontato “ce n’est qu’un début”, perché la lotta è già in corso da parecchi giorni e non è, se non simbolicamente, una ripetizione commemorativa dei contenuti e dello spirito del Maggio e soprattutto del fallito incontro fra studenti e operai che allora purtroppo lo paralizzò, perché oggi i due movimenti confluiscono e si rafforzano a vicenda. Non si tratta di un vago début dell’avvenire, ma una tappa decisiva di una fase di lotta nel nuovo quadro neoliberale in crisi.