MONDO

Ibrahim Gökçek termina lo sciopero della fame, ma la resistenza continua

Prima vittoria per la band Grup Yorum: potranno ricominciare a suonare nelle città turche. Purtroppo, il 7 maggio 2020 il bassista è deceduto attorno a mezzogiorno.

[AGGIORNAMENTO 7 MAGGIO]: con questo articolo avevamo accolto con gioia la notizia della fine dello sciopero della fame di Ibrahim Gökçek e della rinnovata possibilità per la band #GrupYorum di suonare nelle città turche. Purtroppo, il bassista del gruppo musicale è deceduto oggi, giovedì 7 maggio, attorno a mezzogiorno. Si tratta di un’altra vittima della repressione di Erdogan dopo Mustafa Koçak e Helin Bölek, anch’essi morti in seguito a un lungo sciopero della fame in nome della giustizia e della libertà d’espressione.

Dopo 323 giorni di sciopero della fame, il bassista del Grup Yorum Ibrahim Gökçek ha deciso di interrompere questa forma di lotta estrema ed è stato trasportato in ospedale per sottoporsi alle cure necessarie viste le sue condizioni di salute estremamente critiche. La decisione di interrompere lo sciopero della fame è stata annunciata ieri mattina  con un comunicato del Grup Yorum nel quale sono spiegate le ragioni della scelta, rivendicando la vittoria della lotta. Ibrahim, come ribadito nella lettera del 30 aprile scritta in risposta alla campagna solidale in suo sostegno, avrebbe sospeso lo sciopero della fame solo se le richieste del Grup Yorum fossero state prese seriamente in considerazione e accolte.

Finalmente, dopo una lotta durissima e drammatica, pagata con la vita della compagna Helin Bölek, una delle richieste del gruppo, quella dell’eliminazione del divieto di esibirsi in pubblico, è stata accolta. Insieme ai propri avvocati, i rappresentati del Grup Yorum hanno presentato domanda al governatorato di Istanbul di organizzare i propri concerti in tre piazze della città, nonché al comune di Smirne di tenere un concerto il 3 luglio. Ma è il senso politico più complessivo della lotta ad aver prevalso, come sottolineato dalla band, riuscendo a trasformare lo sciopero di Ibrahim in un simbolo di resistenza che ha smosso un incredibile ondata di solidarietà in Turchia ed in tutto il mondo.

 

 

I principali partiti di opposizione, nonché importanti associazioni per i diritti umani e artisti, hanno condiviso le rivendicazioni del gruppo, che hanno sottoposto al ministero della Giustizia, contribuendo alla parziale vittoria di oggi, con la promessa di continuare a farsi carico delle altre richieste del gruppo, come la liberazione di tutti i membri arrestati. Volontà ribadita nella conferenza stampa tenuta stamattina a casa di Ibrahim, dai deputati del Hdp e del Chp e dai rappresentanti delle associazioni dei diritti umani İhd (İnsan Hakları Derneği, it. Associazione dei diritti umani) e Tihv (Türkiye İnsan Hakları Vakfı – Fondazione dei diritti umani della Turchia).

 

La notizia della fine dello sciopero di Ibrahim non segna la fine della resistenza che continua in altre forme, dando voce e forza anche agli altri prigionieri politici in sciopero della fame.

 

Non a caso, poco dopo il trasferimento di Ibrahim in ospedale, alcuni militanti si sono incatenati davanti la sede di Fox Tv per denunciare la censura nei confronti delle rivendicazioni degli avvocati Ebru Timtik e Aytaç Ünsal e dei militanti Didem Akman e Özgür Karakaya, richiedendo che siano immediatamente accettate le loro richieste di un giusto processo. La stessa rivendicazione per cui ha combattuto fino all’ultimo Mustafa Koçak, morto il 24 aprile dopo 297 giorni di sciopero della fame.

Storie di resistenza durissime che accendono i riflettori sulla repressione in Turchia, aumentata in modo esponenziale negli ultimi anni, come denunciato nell’annuale report dell’associazione dei diritti umani İhd pubblicato ieri, che ha registrato, solo nel 2019, 1.477 casi di tortura o maltrattamenti sia dentro che fuori dalle carceri, 1.344 riunioni e manifestazioni attaccate dalla polizia, nonché il commissariamento delle municipalità di Diyarbakır, Van e Mardin, tre importanti città a maggioranza curda, dove erano stati eletti come sindaci i rappresentanti del Hdp. Circostanza, viene sottolineato nel rapporto, che si configura come la caratteristica principale di un regime autoritario.