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15 Febbraio. Le scuole tornano in piazza

Dalle scuole di Roma le voci di chi si prepara alla manifestazione del 15 febbraio.

Dopo un autunno intenso e per molti versi straordinario, che abbiamo provato a raccontare insieme ad alcuni dei protagonisti con la prima puntata dell’INCHIESTA (leggi qui), gli studenti delle scuole di Roma e di molte altre città da nord a sud tornano in piazza venerdì 15 febbraio. La data, lanciata dal network nazionale StudAut, a Roma è stata organizzata dall’assemblea cittadina degli Studenti medi in mobilitazione. La manifestazione partirà alle 9,00 da Piramide.

“Un corteo a febbraio è una sfida – racconta Annalisa del Collettivo autorganizzato del Mamiani – e certo dopo un autunno così impegnativo un po’ di stanchezza c’è stata, ma la cosa più positiva è che l’assemblea cittadina, che a Roma ha assunto la manifestazione e la sta promuovendo, è sopravvissuta al momento di alta ed è ancora molto partecipata dalle scuole di tutta la città e anche dell’hinterland da litorale ai castelli”. Ma soprattutto tornare in piazza è “importante per mostrare che le forze politiche impegnate in campagna elettorale dovranno fare i conti con gli studenti di questo paese: sappiamo benissimo che chiunque vinca porterà avanti le stesse politiche di dismissione dell’istruzione pubblica e di attacco al futuro delle giovani generazioni”.

La sfiducia degli studenti è giustificata dall’esperienza della continuità di vent’anni di riforme di scuola e università di centro destra e centro sinistra (da Zecchino e Berlinguer, a Moratti e Gelmini), il cui ultimo capitolo è l’ex Ddl Aprea momentaneamente “congelato” dopo le mobilitazione del mondo della scuola, ma che tornerà all’ordine del giorno dopo le elezioni. E nonostante le intense mobilitazione degli studenti, ma anche delle altre componenti del mondo della formazione, i temi legati alla scuola e all’università, al welfare per giovani e studenti sono tra i grandi assenti del dibattito politico del paese, come registra anche Stefano del Liceo Righi “la campagna elettorale ha messo il silenziatore alle ragioni delle mobilitazioni autunnali e ha fatto sparire gli studenti dai media e dal dibattito, evidentemente sono più interessanti le sparate di Berlusconi e i battibecchi tra i candidati”.

Non solo manifestazioni ma anche assemblee coordinate e dibattiti su temi comuni in diverse scuole all’ordine del giorno del lavoro dell’assemblea cittadina da qua alla fine dell’anno scolastico. Si inizia la prossima settimana con il No Tav tour che vedrà confrontarsi gli studenti di molte scuole di Roma con i “colleghi” di Torino e della Val Susa.

Più che “disillusione” nei confronti della politica, quella che raccontano gli studenti dei collettivi studenteschi della Capitale è la consapevolezza “che la strada è segnata dalle politiche d’austerità imposte dall’Unione Europea, per questo non ci possiamo occupare solo della difesa della scuola pubblica. Le statistiche sulla disoccupazione giovanile, sulla povertà e sulla diminuzione degli iscritti all’università parlano chiaro: non si può rimanere a casa, anche se mobilitarsi sotto le elezioni è difficile, proprio ora dobbiamo dare un segnale”.

Se il movimento autunnale era cresciuto dalle periferie verso il centro, vedendo proliferare coordinamenti territoriali un po’ ovunque dal IV municipio, al VI-VII, a Ostia, queste esperienze hanno superato le vacanze invernali dandosi una continuità nel confronto e nell’iniziativa sui territori. Per esempio ad Ostia per il prossimo 22 febbraio “si terrà una street parade che partirà Lido Nord – racconta Federico dell’Anco Marzio – per rivendicare l’utilizzo dell’ex Colonia Vittorio Emanuele da parte dei giovani del territorio. Negli scorsi mesi abbiamo chiesto incontri e uno spazio per i giovani del territorio all’amministrazione locale che non ci ha mai risposto: ora ci mobilitiamo”.

Leggi la prima puntata dell’INCHIESTA sulle scuole di Roma