MONDO

Giustizia per Santiago Maldonado: in piazza in Argentina e nel mondo

Il 1 novembre a tre mesi dalla desapariciòn di Santiago, trovato morto dopo 78 giorni in circostanze poco chiare, in Argentina e nel mondo si torna a reclamare verità e giustizia per Santiago Maldonado, condanna dei colpevoli e dei responsabili politici, dimissioni per il Ministro della Sicurezza Bullrich.

Tre mesi fa come oggi un centinaio di agenti della Gendarmeria nazionale, comandati in loco dal capo di gabinetto ed avvocato dei genocidi della dittatura condannati per crimini di lesa umanità Pablo Nocetti, alle dipendenze del Minsitro della Sicurezza Bullrich, furono inviati dal giudice Otranto a sgomberare un picchetto stradale composto da 8 attivisti mapuche, a cui stava partecipando Santiago Maldonado. Dopo aver sgomberato il blocco stradale sulla ruta 40, la Gendarmenria è entrata illegalmente nel territorio mapuche, inseguendo con spari di arma da fuoco per centinaia di metri gli 8 manifestanti, fino al fiume Chubut dove è stato visto (e fotografato) per l’ultima volta da vivo Santiago Maldonado. Una repressione illegale condotta con una violenza spopositata e sproporzionata da parte della Gendarmeria contro la comunità mapuche Pu Lof Cushamen in lotta contro l’impresa italiana Benetton che si è appropriato di 900mila ettari di terre indigene con la complicità dello Stato argentino. Nella tenuta di Benetton inoltre si trova una caserma della Gendarmeria che, stranamente, non è mai stata perquisita mnell’ambito delle indagini sulla desapariciòn forzata. Per denunciare questa repressione illegale, che non è stata l’unica contro i mapuche in questi ultimi due anni con le complicità dei nuovi latifondisti, oggi si scende in piazza.

Si scende in piazza anche per chiedere la liberazione di Jones Facundo Juala il leader mapuche ingiustanmente ed arbitrariamente arrestato, e Milagro Sala, la lider indigena dell’organizzazione Tupac Amaru, tornata in carcere senza alcun motivo dopo poche settimane ai domiciliari, da oltre un anno agli arresti per una persecuzione politica portata avanti dalla destra neoliberale e conservatrice della provincia di Jujuy e di tutti gli altri prigionieri politici in Argentina, diritto alla terra e alla diversità culturale per i popoli mapuche e tutti i popoli indigeni, approvazione della proroga alla legge 26160 che impedisce lo sgombero e la privatizzazione delle terre dei popoli indigeni. Una giornata di lotta che risponde nelle strade alle menzogne dei giornali e del governo, alle falsità raccontate sui media per screditare Santiago e i mapuche, per criminalizzare la loro lotta e soprattutto per coprire, insabbiare ed occultare le responsabilità della Gendarmenria, del governo e dello Stato in questo crimine di lesa umanità. Si tratta della terza grande manifestazione in pochi giorni, dall’annuncio del ritrovamento e del riconoscimento del corpo nel fiume Chubut. Intanto pochi giorni fa la Commissione Interamericana dei Diritti Umani ha ricevuto a Montevideo la famiglia Maldonado e l’avvocata Heredia richiedendo al governo argentino verità e giustizia sulla desapariciòn e la morte di Santiago e l’intervento imprescindibile e necessario di una commissione di inchiesta indipendente (ricordiamo che il governo Macri ha rifiutao la commissione delle Nazioni Unite) a causa della lentezza e dell’assenza di imparzialità nell’azione dello Stato argentino.

In plaza de Mayo a Buenos Aires si sono dati appuntamento organizzaizoni per i diritti umani, movimenti sociali, organizzazioni politiche ed organizzazioni popolari che hanno raccolto lì’invito della famiglia e degli amici di Santiago a continuare a lottare per la verità e la giustizia, per ribadire che lo Stato e la Gendarmeria sono responsabili della desapariciòn e della morte di Santiago Maldonando. Si tratta al tempo stesso di una manifestazione che riguarda più complessivamente l’agibilità democratica in un paese entrato, secondo Macri, in una fase di “riforma permanente per l’austerità”, segnato da un aumento dell’autoritarismo e della repressione (non casualmente è iniziato proprio ieri il processo a 22 dei 31 arrestati durante il corteo del 1 settembre per Santiago Maldonado). In questo senso è davvero fondamentale una ampia mobilitazione per fermare lì’impunità dei responsabili di questo crimine di lesa umanità che è la desapariciòn forzata e la morte di Santiago. Una partecipazione annunciata in decine di cortei convocati in diverse città in Argentina, ma anche in altri paesi dell’America Latina e in Europa, come potete vedere in questa lista pubblicata sul sito ufficiale Verità e Giustizia per Santiago Maldonando.

Il grido NUNCA MAS! – Mai più! – che dalla fine della dittatura militare risuona nelle piazze e nelle strade, oggi diventa ancora più drammaticamente attuale ed urgente: una manifestazione che mette al centro la battaglia per i diritti umani e il diritto al dissenso, contro la desapariciòn fozata, l’usurpazione e la devastazione dei territori indigeni. Per ricordare Santiago continuando le sue lotte e quelle del popolo mapuche. Mancano poche ore ed ancora una volta le parole scandite nella piazza saranno “Verità, giustizia, condanna dei responsabili militari e politici della repressione del 1 agosto. Santiago è vivo e lotta insieme a noi!”.

Leggi anche:

Il corpo di un desaparecido: parla la famiglia di Santiago Maldonado di Alioscia Castronovo

Il ritrovamento del corpo? Una montatura di Adriana Meyer

Dov’è Santiago Maldonado? di Alioscia Castronovo

Una canzone e un video per Santiago Maldonado: