ROMA

Giù le mani dalle case popolari. Oggi corteo al Tufello

Sabato 20 gennaio un corteo al Tufello, in III Municipio a Roma organizzato dalle realtà sociali per dire stop a sgomberi e sfratti, chiedere una sanatoria, una manutenzione del patrimonio immobiliare pubblico e nuove politiche per il diritto all’abitare contro la guerra tra poveri.

Sabato 20 gennaio l’appuntamento è alle 14.00 in piazza degli Euganei, nel cuore del quartiere Tufello in III Municipio a Roma, per un corteo organizzato dalle realtà sociali del territorio. “Giù le mani dalle case popolari”, il titolo della manifestazione nata dall’attività degli inquilini del Comitato case popolari Tufello, con il sostegno del Csa Astra, del Lab! Puzzle, del sindacato degli inquilini Asia-Usb e della Rete Sociale del III Municipio.

In questi mesi la gestione del patrimonio pubblico dell’Ater è stata al centro del dibattito pubblico nella nostra città. Da una parte la crisi dell’azienda che gestisce il patrimonio immobiliare pubblico – schiacciata dai debiti – dall’altra una campagna virulenta per il ripristino della “legalità”: una discorso dove si tende a far di tutta l’erba un fascio, accomunando nello stesso calderone gli occupanti per necessità, i morosi e i così detti “furbetti”, ovvero chi, pur non avendone diritto né bisogno continua ad occupare un alloggio popolare.

La manifestazione non solo chiederà una sanatoria generalizzata per gli occupanti e lo stop definitivo agli sfratti, ma anche investimenti per la manutenzione delle case popolari e una gestione condivisa e partecipata della destinazione del patrimonio immobiliare pubblico, a cominciare dalle tantissime ‘serrande’ vuote su piano strada nel quartiere, che potrebbero essere destinate ad incentivare attività economiche o servizi.

Al centro ovviamente l’emergenza abitativa in tutta la città e quali politiche pubbliche per il diritto alla casa: la mancanza di alloggi popolari continua a produrre liste di attese infinite e una guerra tra poveri – su cui speculano le formazioni politiche razziste e la criminalità organizzata – in territori già colpiti da dieci anni di crisi economica, che ha comportato un aumento della disoccupazione, della povertà e dell’abbandono scolastico. Per questo il semplice ripristino della ‘legalità’, qualora tutelasse anche i soggetti più deboli, sarebbe insufficiente se non accompagnato da un aumento degli alloggi di edilizia popolare (magari da recupera dal patrimonio abbandonato e invenduto).