PRECARIETÀ

#GarantiamociUnFuturo, al via la mobilitazione di precari e studenti

#GarantiamociUnFuturo www.garanzia-giovani.eu, account twitter @GarGiovani_eu. A Roma, Pisa, Padova (per ora) giovani, precari, studenti e neet hanno occupato i centri per l’impiego per denunciare la truffa della garanzia giovani, proposta dal governo di Matteo Renzi come soluzione alla precarietà e la disoccupazione giovanile. Lavoro semigratuito, stage e tirocini, nessuna soluzione ma solo tanti soldi nelle tasche di aziende ed enti di formazione privati, come previsto anche dal modello Expo.Oggi abbiamo spiegato a tutti gli iscritti e le iscritte, proprio come noi, al programma garanzia giovani, la grande truffa che ci sta dietro, per organizzarci assieme, reclamare diritti, reddito e un salario minino, le uniche garanzie possibili contro la precarietà e per garantirci un futuro.

A Roma abbiamo fatto visita al centro per l’impiego di Cinecittà, dove sono iniziate le convocazione agli iscritti al programma: peccato che non sia stato fin’ora proposto nulla se non un “ci risentiremo nei prossimi mesi”.


Padova:

Pisa:

Ma quale Garanzia Giovani! Questa è precarietà garantita!

Vogliamo la Garanzia del Reddito!

26 giugno – giornata di mobilitazione Garantiamoci un Futuro

La Youth Guarantee dovrebbe essere la risposta europea alla disoccupazione giovanile, il programma co-finanziato dall Unione Europea con 1.5 miliardi di euro in tre anni, rivolto ai cosiddetti Neet . L utilizzo del concetto di inattività e del termine Neet contrapposto ad attivazione , produttività e competitività serve alla governance, italiana ed europea, per produrre un nuovo cambio di paradigma, quello delle sfruttamento intensivo, del lavoro servile e del freejob (il cui esempio emblematico sono gli oltre 18.500 mila volontari per l Expo di Milano). Dietro la retorica delle politiche di welfare to work, asse portante della Strategia Europa 2020, non si nasconde nessuna attivazione ma tecniche di controllo, monitoring individuale e gestione dei conflitti. Inoltre l avvio della Garanzia Giovani si inserisce in un contesto in cui è stato recentemente convertito in legge il Decreto Poletti sancisce di fatto la precarizzazione infinita e a vita di milioni di soggetti attraverso la liberalizzazione totale del contratto a tempo determinato e dell apprendistato.

In Italia il programma è partito 1 maggio del 2014, allargando il target di possibili beneficiari ai giovani compresi tra 15 e 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in nessun percorso formativo , ma dietro le statistiche ufficiali sappiamo bene che esiste un universo di precari che lavora nel sommerso, vive con lavori intermittenti e mal pagati ed è tutto fuorché inattivo.

A sette settimane dall avvio sono oltre 90 mila i giovani che si sono registrati, attratti dalla possibilità di trovare un lavoro o intraprendere una work experience con il sostegno al reddito. Una moltitudine di soggetti su cui si dovrebbe sperimentare il programma che rappresenta un vero business della disoccupazione : tra servizio civile e fondi distribuiti alle imprese che approfitteranno di tirocini ed apprendistati recependo bonus occupazionali, utilizzando manodopera precaria, a basso costo ed estremamente ricattabile. Il piano di attuazione italiano del programma ci illumina sui reali beneficiari della Garanzia Giovani: le agenzie interinali, gli enti privati di formazione e di orientamento accreditati con le regioni, le agenzie tecniche della pubblica amministrazione. Inoltre le risorse investite non bastano minimamente a coprire neanche le azioni per la platea dei possibili beneficiari che a livello nazionale sono circa 2.3 milioni di persone. Nonostante i dati drammatici sulla disoccupazione giovanile in Italia (46%) e gli annunci roboanti del Ministro del Lavoro Poletti sulla centralità del tema nell agenda di governo, il programma nel nostro paese ha accumulato estremi ritardi nella fase di realizzazione. Ad oggi possiamo solo prendere atto delle inadempienze da parte del Ministero del Lavoro e delle regioni nell attuazione dell intervento oltre le enormi difficoltà dei centri per l”impiego nella gestione di un flusso enorme di giovani iscritti. Per questo la Garanzia Giovani per il momento è nulla di più che uno spot televisivo, una vera e propria scatola vuota.

Il commissario Ue per il Welfare, László Andor ha bacchettato recentemente l Italia esprimendo gravi preoccupazioni sulla sostenibilità della Garanzia Giovani in una prospettiva di attuazione di lungo termine, mettendo in risalto anche le criticità derivanti dalla disomogeneità territoriale dei servizi di collocamento pubblico. In questo contesto non sorprende la decisioni di spostare, per la seconda volta in pochi mesi, il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile in programma l 11 luglio a Torino. Infatti, attualmente il nostro paese ha accumulato solo ritardi nell unico programma europeo che dovrebbe incentivare l occupazione giovanile. La decisioni di posticipare il vertice a novembre, probabilmente fuori dall Italia, sicuramente farà iniziare il semestre italiano di presidenza europea senza pericoli di contestazioni al governo Renzi.

Ma lo spostamento è sicuramente anche la conseguenza dell inconsistenza che permea le politiche del Pd in materia di welfare e il rinvio serve al governo per avere qualcosa di più concreto da presentare che le miserie della Garanzia Giovani e un Jobs Act con la riforma degli ammortizzatori sociali ancora in divenire.

Il 26 giugno nella giornata di azione nazionale contro la disoccupazione giovanile e le politiche di austerity in diverse città italiane reti e collettivi di neet, precari e disoccupati stanno occupando simbolicamente i centri per l impiego per affermare che l unica garanzia che vogliamo è quella di un reddito di base e incondizionato. Vogliamo la garanzia del reddito contro il ricatto della precarietà che ci costringe ad accettare lavoro di merda o al nero con salari ridicoli. Vogliamo la garanzia del reddito perché non siamo disponibili a lavorare gratis, a svolgere stage, tirocini e apprendistati in cui veniamo sfruttati.

Vogliamo reddito per garantirci un futuro!

La campagna italiana Garantiamoci un Futuro vuole un monitorare dal basso i tempi di attuazione del programma Garanzia Giovani, i piani di attuazione e le responsabilità delle regioni, la gestione delle risorse e le imprese che ospiteranno i beneficiari per scoprire i contratti e le condizioni di lavoro dei precari.