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Germania, la resistenza nel bosco di Hambach
Sono centinaia i poliziotti in assetto anti-sommossa che in questi giorni stanno provando a sgomberare gli attivisti che da cinque anni occupano la foresta di Hambach, nell’ovest della Germania. L’azione della polizia tedesca è iniziata venerdì 24 agosto, producendo scontri e arresti.
L’occupazione del bosco comincia nel 2014, quando un gruppo di attivisti ecologisti decide di frenare il disboscamento di una delle più antiche foreste d’Europa. La protesta vuole salvare l’ultima parte del bosco sopravvissuta a trent’anni di distruzione del territorio e di inquinamento prodotto dall’estrazione delle materia prime da parte della RWE (compagnia elettrica tedesca).
È così che inizia l’occupazione di Hambach e la creazione di una nuova comunità. Si costruiscono case sugli alberi (30 al momento), nascono gruppi di appoggio alla resistenza in Germania e in altri Paesi e da tutta Europa arrivano attivisti impegnati nella causa ecologista.
La foresta di Hambach è tra le ultime foreste miste rimanenti e ha un ecosistema unico nell’Europa centrale. Dei suoi 5.500 ettari originari, oggi ne resta circa un decimo. Con la sua diversità di flora e fauna, la foresta costituisce l’habitat naturale di moltissime specie animali. Se la deforestazione fosse completata, molte di loro, che vivono soltanto in questa zona, rischierebbero l’estinzione.
È anche per questo motivo che gli attivisti di Hambach occupano le case sugli alberi, che si trovano fino a 25 metri di altezza, per 365 giorni l’anno, resistendo ai freddi inverni e rendendo così più difficile lo sgombero del bosco.
Un appello dal fronte della resistenza nel bosco chiama tutti quelli che non sono indifferenti alla distruzione della terra e quelli che vogliono lottare per difenderla ad appoggiare la lotta di Hambach.