DIRITTI

Gabriele Del Grande è ancora detenuto in Turchia: presidi in tutta Italia

Gabriele Del Grande è tenuto in stato di fermo dalla polizia turca dal 10 aprile. Il motivo? È un giornalista. Non gli è permesso parlare con un avvocato né sono stati formalizzati capi d’accusa. Lanciati presidi in tutte le città d’Italia

Il 10 aprile la polizia turca ha fermato Gabriele Del Grande, giornalista e reporter tra i realizzatori del documentario Io sto con la sposa. Il motivo? Solamente il suo lavoro. Gabriele Del Grande è recluso in questo momento nel centro di detenzione ed espulsione di Mugla: per adesso nessun capo di accusa è stato ancora formalizzato, ma non gli è stato permesso né di parlare con un avvocato né di conoscere i tempi del suo rilascio. Gabriele in questo momento si trova in stato di isolamento e gli sono stati sequestrati tutti gli effetti personali, tra cui il telefono cellulare. Una delegazione diplomatica italiana ha provato ad entrare nel centro di detenzione di Mugla per accertarsi delle condizioni del giornalista, ma gli è stato negato l’ingresso. Sale la preoccupazione quindi per Del Grande, che attualmente è in sciopero della fame affinché gli siano riconosciuti i suoi diritti.

«Sto parlando con quattro poliziotti che mi guardano e ascoltano. Mi hanno fermato al confine, e dopo avermi tenuto nel centro di identificazione e di espulsione di Hatay, sono stato trasferito a Mugla, sempre in un centro di identificazione ed espulsione, in isolamento. I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio telefono e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito ripetuti interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta. Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me. Da stasera entrerò in sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti», ha detto Gabriele Del Grande agli altri reporter di Io sto con la sposa, che sono riusciti a raggiungerlo telefonicamente.

Gabriele Del Grande non è l’unico giornalista recluso nelle carceri turche. Soprattutto negli ultimi anni la stretta autoritaria del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan si è allargata a dismisura, riempendo le prigioni di oppositori politici al regime. Solo qualche mese fa l’avvocata Barbara Spinelli ha ricevuto lo stesso trattamento inumano del giornalista, venendo tenuta in stato di fermo all’aeroporto di Istanbul. Spinelli si stava recando a una conferenza ad Ankara, è stata fermata dalla polizia e respinta dal paese, con il divieto permanente di reingresso. Dal momento del suo fermo al momento del suo respingimento però, passano molte ore: dalle 19 alle 13 del giorno dopo, Barbara Spinelli è stata chiusa a chiave in una stanza con la luce accesa – così forte da far male agli occhi ed impedirle di riposare – e con il televisore mai spento.

Intanto in Italia sono state lanciate diverse mobilitazioni: sabato 22 aprile, a Roma, è stato lanciato un presidio alle 11, a piazza del Quirinale, per chiedere l’immediato rilascio di Gabriele Del Grande, e insieme a lui tutti gli altri detenuti ingiustamente nelle carceri turche a causa del loro lavoro o dell’opposizione al regime. Non solo a Roma: nel corso della settimana sono previste diverse manifestazioni per Gabriele Del Grande. Per conoscerle tutte, seguite la pagina Facebook Io sto con la sposa.