ITALIA

Che fine ha fatto la scuola?

Ieri 23 maggio genitori, insegnanti, educatrici ed educatori, e professioniste e professionisti che lavorano nella scuola e per la scuola sono scese in piazza in tutta Italia sotto la sigla “priorità alla scuola”.

Questa comunità educante chiede che il diritto all’istruzione venga garantito, informazioni chiare da parte del ministero, pianificazione della riapertura in sicurezza per settembre e investimenti per assunzioni ed edifici. A Roma il sit-in si è convocato nella piazza di fronte al Ministero dell’Istruzione.

Come scrivevamo nell’articolo che annunciava la manifestazione, le scuole italiane sono in perenne mancanza di personale: secondo il sindacato USB-scuola mancano più di 200.000 unità tra insegnanti curricolari e di sostegno, mentre i bandi appena pubblicati coprono un totale di 61.863 in tutto il paese. Gli edifici delle scuole sono vecchi e fatiscenti e le classi sovraffollate. Un insieme di fattori che rendono difficile la messa in sicurezza delle scuole rispetto agli stretti parametri dettati dall’emergenza Covid-19.

Non è semplicemente una situazione emergenziale dovuta alla pandemia, ma un servizio pubblico che vive in continua emergenza da decenni, con personale sotto-dimensionato, sottopagato ed edifici inadeguati. Per questo, il mondo della scuola è in subbuglio, e seppur a fatica, data l’impossibilità materiale di incontrarsi, sta provando a organizzare delle mobilitazioni.

Guarda la galleria fotografica della piazza di Roma di Jacopo Natoli

 

 

 

 

Il week end di mobilitazione dura oggi con l’assemblea online convocata da Non Una Di Meno Roma “Che fine ha fatto la scuola?”  per «mettere a disposizione uno spazio di discussione collettiva» con l’intento di costruire rete tra i diversi percorsi delle comunità educanti che ruotano intorno alla scuola.

Come viene sottolineato da Non Una di Meno, bisogna: «scardinare la logica dell’emergenza che cancella la funzione sociale della scuola pubblica e sostituirla con politiche ambiziose», affinché la scuola non sia il vettore per cristallizzare le esistenti diseguaglianze sociali, ma al contrario uno spazio dove costruire nuove politiche di equità e garantire diritti.

Segui e partecipa all’assemblea online.