POTERI

Essi vivono…e tornano pure a votare!

La rimonta, la rimonta, è un’altra partita!

Torniamo a votare! si sbatacchiano e dànno coraggio nel buio i seguaci di Alemanno nella speranza di colmare nel ballottaggio l’inesorabile divario che separa il loro candidato da Marino. Un nevrotico Lupomanno salta da un litigio in televisione all’incursione (respinta con perdite) nel bar dei Cesaroni a Garbatella, da uno sgombero di nomadi generici alla foto-ricordo con un nomade qualificato, ahimé come boss criminale (Casamonica), da un raid contro gli ambulanti al fraterno abbraccio con il super-consigliere Tredicine, padrone di tutti i camion-bar e caldarrostari dell’Urbe. Promette trasparenza totale in appalti e consulenze (ma va là!), collaboratori onesti (wow!), stop alla cementificazione (ahahah!) e immediata colmatura delle buche stradali (no comment). Va in pompa magna all’inaugurazione del nuovo capolinea dell’8 (200 metri di binari, che peraltro affossano il progetto del tram Termini-Casaletto passando per via del Plebiscito) e si vanta di aver aumentato del 50% la rete della metropolitana –bugia clamorosa, anche a non voler considerare la scarsa efficienza, per carenza di mezzi e disservizi di scambio, della B1.

Un po’ più sincero Alemanno quando si scaglia contro gay, unioni civili, occupanti e migranti, incoraggiante quando si lamenta dei mille soggetti antagonisti che si levano nei quartieri a contrastare qualsiasi decisione centrale (daje!), scoraggiante quando annuncia l’incremento del turismo e il decremento dei reati –tutte falsità, purtroppo, che si verificano con gli occhi come le buche con l’osso sacro.

Ma il vero dramma, quello che mai perdoneremo al sindaco nero uscente, è che ci costringe a votare al ballottaggio un candidato non del tutto plausibile, una coalizione assolutamente improbabile, discorde ma subalterna alle larghe intese nazionali, patto di stabilità compreso. Il nostro non sarà un voto “utile” (alla favola del male minore non ci crediamo), ma un voto di “tigna”: intanto via un amministratore incapace, un fascista corrotto e privatizzatore. E con lui un manipolo di cementificatori e affaristi, che dovranno sudare per riciclarsi con il centro-sinistra: ci riusciranno probabilmente, ma gli roderà. E che gioia, lunedì sentir piangere sul web e martedì mattina in edicola il Messaggero, il Giornale, il Foglio, il Tempo. Vedere le facce di Sveva Belviso e di Ripa di Meana. So’ soddisfazioni. Lavoriamo con pazienza creativa alla Repubblica Romana, nelle nuove condizioni che si determineranno.

Siamo partiti con ritardo, ma c’è una città che proverbialmente non è stata fatta in un giorno: Roma, appunto.