PRECARIETÀ

Dopo il 23-24 giugno: le nuove sfide del sindacalismo sociale

Brevi considerazioni a partire dall’Assemblea nazionale delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario
Sette tesi sul reddito di base

Organizzare gli “inorganizzabili”, tutelare chi di tutele non ha mai vista neanche l’ombra, ricomporre le figure del lavoro polverizzato e diviso, conquistare e consolidare diritti ai tempi del Jobs Act. Le sfide poste dal sindacalismo sociale sono allo stesso tempo avvincenti e complesse.

Il 23 e il 24 giugno, a ormai quattro anni dalla nostra nascita, abbiamo provato a costruire un evento che fosse momento di confronto con lavoratrici e lavoratori, attivisti e attiviste per discutere le forme organizzative di cui ci siamo dotati e ci doteremo, e i temi da mettere al centro nei percorsi di lotta. Brevemente consegniamo a tutte e tutti alcune, brevi, considerazioni in merito.

Il pomeriggio di venerdì 23 giugno è stata occasione preziosa per discutere con le lavoratrici e i lavoratori che abbiamo incontrato in questi 4 anni. Vertenze vinte, vertenze aperte, partite Iva e singoli lavoratori, collettivi e gruppi di lavoratori auto-organizzati che con noi hanno avuto la voglia di confrontarsi. Dalla vertenze sulla Sanità ai lavoratori dell’Accoglienza, dalla Logistica ai lavoratori dello Spettacolo, passando per i lavoratori dei Beni Culturali e degli enti per le Politiche Attive sul lavoro, la varietà della discussione ha rappresentato la sua ricchezza, fuor di retorica. Una discussione vera, intensa, appassionante, sui temi. Poteva essere una carrellata di storie diverse, una semplice giustapposizione, un indice analitico del lavoro sfruttato. È stata molto, molto di più: ci ha riconsegnato la voglia e la determinazione di essere comunità resistente, di incidere sul posto di lavoro, di prendersi cura, soggettivamente e collettivamente, di un’esperienza giovane e con i suoi limiti (inevitabili), ma combattiva, unita, tenace, sempre pronta a sperimentarsi su nuovi terreni, come sono state le CLAP in questi pochi anni di vita.

Il sabato ci siamo dedicati a un confronto schietto e ancora tutto da sviluppare sulla necessità di tornare a mettere al centro la rivendicazione di un Reddito di base, universale e incondizionato, in una fase un cui cresce a dismisura la povertà, il welfare viene smantellato e privatizzato, le condizioni salariali e i diritti sono vittime di un deterioramento continuo. Altrettanto fondamentale, è stato detto nella discussione, è però portare avanti le battaglie del sindacalismo sociale contro il lavoro gratuito, per un salario minimo e un permesso di soggiorno slegato dal contratto, lottare per una fiscalità progressiva, organizzarsi nei territori e nei posti di lavoro. Senza tenere insieme questi aspetti non esiste conquista di un reddito di base realmente in grado di trasformare le condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori.

Consolidare il sostegno tra le vertenze, estendere l’esperienza, portare a casa risultati passo dopo passo, creare esperimenti di mutualismo e solidarietà, aprire percorsi conto il lavoro gratuito e sostenere una campagna per il Reddito di base: così possiamo riassumere brevemente quello che oltre un centinaio di lavoratrici e lavoratori hanno elaborato insieme in assemblea.

A loro, e a tutti le attiviste e gli attivisti intervenute/i, va il nostro sincero ringraziamento. Ci hanno dimostrato che è ancora possibile alzare la testa, anche durante una delle più grandi offensive ai diritti (sul lavoro e non solo) che il paese ricordi, compiuta in nome dell’austerità e col benestare delle organizzazioni sindacali confederali.

«Un torto fatto a uno è un torto fatto a tutti»

Fonte: CLAP