COMMONS

De Lollis Occupato: un laboratorio permanente di diritto allo studio

L’università La Sapienza da qualche giorno vive un’anomalia di sistema. Nella Capitale dell’emergenza abitativa e del caro affitti, nasce sulle macerie del diritto allo studio la battaglia per un nuovo welfare.

A pochi passi dai suoi cancelli è stato occupato da un gruppo di studenti delle università capitoline la casa dello studente di Via De Lollis, uno spazio che se fosse stato aperto avrebbe garantito ben 110 posti alloggio agli studenti idonei non vincitori che hanno partecipato al bando per l’assegnazione delle borse alloggio presentato dalla Laziodisu; agenzia per il diritto allo studio commissariata lo scorso giugno dall’appena nata amministrazione Zingaretti.

A fronte di 90 000 studenti fuori sede nella città di Roma la regione Lazio ha bandito la bellezza di 1200 posti alloggio in case dello studente, di cui quasi la metà in parte inagibili o lontanissime dalle facoltà di appartenenza.

Facendo un breve calcolo si scopre però che sarebbero disponibili soltanto poco più 700 posti alloggio.

Una goccia nel mare dell’emergenza abitativa studentesca provocata da una parte dall’assenza di concrete politiche di welfare giovanile e dall’altra da un mercato degli affitti privati incontrollabile.

Per questo De Lollis Occupato.

All’entrata dello spaziosissimo stabile a pochi metri dalla città universitaria si staglia uno striscione che recita la frase “Siamo tutti vincitori” ad avvisare chi entra che sta attraversando uno spazio fluido e in continua evoluzione, un laboratorio in cui quotidianamente sono messi in crisi i criteri su cui si basa il diritto allo studio, incastrato nelle rotelle di una burocrazia che ormai si morde la coda, composta di graduatorie sempre più stringenti, e che non vuole di fatto rispondere alle reali esigenze degli studenti. Al De Lollis occupato si abita in un laboratorio la cui miscela potrebbe essere esplosiva.

Il diritto allo studio sarebbe non assoluto e andrebbe contestualizzato nella crisi economica attuale secondo Orsino, il Commissario Straordinario intervenuto nella prima assemblea pubblica fatta nello studentato occupato lo scorso mercoledì 13 novembre.

Tecnici e commissari, questi i nuovi gestori della Laziodisu, un’agenzia che è ormai di fatto una trappola in cui gli studenti vengono rimbalzati da un ufficio all’altro da amministratori e segretari “con le mani legate”, che assistono indifferenti alla distruzione di diritti minimi come casa e studio.

Intanto nei primi giorni di occupazione gli studenti che abitavano l’ala C occupata del De Lollis, e che in questo luogo hanno deciso di ricostruire quel diritto allo studio misconosciuto dall’agenzia addetta a tutelarlo, hanno dovuto far fronte a provocazioni di ogni sorta. Trovandosi improvvisamente senza acqua e gas, alla richiesta di spiegazioni ai responsabili della Laziodisu si sono sentiti rispondere che “quando si occupa bisogna attrezzarsi di conseguenza”.

Così gli studenti si sono attrezzati. L’acqua e la luce sono magicamente tornate, è stata organizzata un’aula studio aperta giorno e notte ed è stato attivato uno sportello di accettazione delle stanze, uno itinerante per la città universitaria, l’altro permanente nello spazio occupato.

Il fenomeno più interessante dell’occupazione del De Lollis è il continuo allargarsi della vertenza che da semplice rivendicazione per l’ assegnazione dei 110 posti a idonei non vincitori, sta coinvolgendo tutte le altre categorie virtuali in cui il sistema universitario pretenderebbe di classificare gli studenti. Ogni giorno nuovi studenti si presentano allo studentato occupato in cerca di un posto dove vivere e studiare, a dimostrazione che le graduatorie astratte in cui si vorrebbe organizzare scientificamente il sistema universitario non esistono.

Gli studenti fin dal primo giorno si sono organizzati in assemblea di gestione dello spazio e hanno dato il via al processo di auto-assegnazione delle camere, un metodo che va innanzitutto a scardinare la retorica del merito imposta agli studenti in ogni aspetto della loro vita, ma va anche a riformulare l’organizzazione interna del quotidiano nelle case dello studente, di norma altrimenti controllate da guardiani, prive di spazi di socialità, luoghi asettici e alienanti, dalla cui gestione lo studente è tassativamente escluso.

Il De Lollis occupato scardina i criteri creando nuova norma: riappropriazione degli spazi e gestione autonoma dei tempi di vita, queste le linee di tendenza.