ROMA

«Dana libera subito, ora e sempre No Tav»: azione comunicativa a Roma

Stamattina un blitz comunicativo davanti al Ministero di Grazia e Giustizia. Aperto uno striscione in solidarietà con l’attivista Dana Lauriola

Oggi, 7 ottobre la Rete No Tav Roma ha manifestato con un blitz comunicativo davanti al Ministero di Grazia e Giustizia aprendo uno striscione con scritto “Dana libera: ora e sempre No Tav”, distribuendo volantini e parlando con i passanti.

Molt* dei presenti agitavano megafoni giganti e megafoni veri per ricordare la causa dell’arresto, il 16 settembre scorso, di Dana Lauriola. «Siamo davanti a questo Ministero che dovrebbe garantire la giustizia mentre invece garantisce il privilegio di pochi e la repressione per chi resiste e lotta per un paese migliore. Chiediamo libertà immediata per tutt* gli arrestati nella lotta popolare contro il raddoppio della linea Torino-Lione. Dana Lauriola è in carcere per le proprie idee, per aver manifestato in modo pacifico senza arrecare danno a cose o persone, deve essere liberata subito», hanno dichiarato alcuni di loro.

A gennaio si era tenuta una azione simile in solidarietà a Nicoletta Dosio, arrestata per aver preso parte alla medesima azione del febbraio 2012 e poi ai domiciliari a causa della pandemia Covid-19. Tuttavia mentre nel caso di Nicoletta era stata lei a rifiutare misure alternative al fine di far emergere la furia repressiva di uno stato che incarcera una donna di 70 anni, nel caso di Dana è stato il tribunale di Torino a non voler concedere le misure alternative, e questo, unito alla pena spropositata, è uno degli elementi più inquietanti della vicenda. Infatti nelle motivazioni della sentenza vi sono il suo aver continuato l’impegno nella lotta No Tav e aver deciso di rimanere a vivere a Bussoleno facendo “proselitismo”. In sostanza vivere in Val Susa, essere attive per difendere la terra, fare politica sono considerati degli aggravanti che determinano il carcere.

La gravità della decisione del tribunale di Torino non è però passata inosservata, in molti hanno espresso solidarietà con l’attivista e hanno fortemente criticato la sentenza. In particolar modo Amnesty International ha dichiarato che «Esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione nonviolenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali», mentre Greenpeace ha scritto che «Tale atteggiamento mostra la profonda paura che lo Stato, nelle sue varie articolazioni, ha per coloro che esprimono opinioni non conformi a quelle ufficiali. Questo è gravissimo ed è esattamente l’opposto di ciò che deve essere una democrazia che si basa sulle libertà fondamentali che sono parte intoccabile e indiscutibile del contratto sociale sotteso al vivere civile di uno stato di diritto e non di polizia.» In modo simile anche l’associazione nazionale Giuristi Democratici ha fortemente criticato la sentenza.

Una attivista ha dichiarato durante l’azione «La decisione del tribunale di Torino ricorda regimi oppressivi e totalitari come quello turco o egiziano. Vivere in una Val di Susa, fare politica, credere in una lotta sono aggravanti di pena che determinano il carcere. Questo è abominevole e inaccettabile per un paese che si definisce democratico.»
Uno dei più grandi silenzi su questa vicenda è quello del Movimento Cinque Stelle, per anni dichiaratamente contrario all’opera e poi, da quando è al governo, incapace di opporsi alla stessa. Ora i grillini non solo non hanno detto nulla sull’arresto e la persecuzione nei confronti di Dana ma hanno pure accettato che una parte dei fondi europei denominati Recovery Fund vengano destinati all’opera».

«Il M5S può solo vergognarsi per la propria ignavia e codardia su tutta la vicenda TAV», ha dichiarato un’altra attivista presente all’azione. L’azione non a caso si inserisce nella settimana di mobilitazione contro il cambiamento climatico che avrà termine con lo sciopero di venerdì 9. La Tav e il cambiamento climatico sono temi fortemente connessi. Da un lato l’opera causerà la produzione di 50 milioni tonnellate di Co2 e per questo il movimento l’ha spesso definito climaticida. Inoltre è spesso evidenziato il contrasto tra un’opera inutile e dannosa dai costi esorbitanti e la necessità di destinare fondi alla messa in sicurezza del territorio, sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici e delle scelte scellerate delle amministrazioni.

Alla fine della azione di protesta gli attivisti e le attiviste si sono allontanati in manifestazione fino al vicino Campo de’ Fiori e hanno fatto una foto con Giordano Bruno, bruciato vivo 420 anni fa per il suo pensiero libero. Dopo più di quattro secoli, in Italia, si incarcerano ancora le persone per le proprie idee.