ROMA

Ciao Piero!

Se ne è andato Piero Pesce, compagno di Centocelle. Un ricordo della redazione di DINAMOpress

Il pomeriggio di mercoledì 4 luglio, Piero è morto. L’effetto della notizia non è meno sconvolgente, non è meno doloroso, seppure si pensa a quanto spesso, negli ultimi mesi, il peggio era apparso dietro l’angolo, mormorato a mezza bocca dai suoi compagni più vicini, quando si chiedevano notizie. Ciononostante, forse legati al filo della speranza di vederlo tornare nelle nostre assemblee, in troppi non abbiamo fatto in tempo a salutarlo.

I più giovani di noi hanno conosciuto Piero, pochi anni fa, all’esplodere dell’emergenza degli sgomberi dei centri sociali romani. Nel bel mezzo di quella tempesta perfetta, durante i mesi bui del commissariamento di Tronca, quando davvero sembrava che in un attimo sarebbero stati spazzati via decenni di storia comune, di sogni, di progetti, di lotte, in quel momento – tra i tanti – ci è apparso Piero, con un mondo di rabbia verso quegli sgomberi che non dovevano accadere, e con un mondo di saggezza da mettere a disposizione, generosamente, di un progetto collettivo nuovo, dell’ennesimo tentativo di mettere insieme i compagni di Roma, di fare fronte comune contro un nemico sempre più chiaro. Da lì, da quelle assemblee convocate all’inizio proprio a Casale Falchetti – il suo spazio, la sua comunità – abbiamo percorso un pezzo di strada con Piero, quella che avrebbe trasformato un groviglio di reti per il diritto alla città nel progetto di Decide Roma. Un progetto al quale Piero credeva, fermamente, ottimisticamente, più di molti, anche nei momenti di fatica, anche quando l’orizzonte mancava. A muoverlo – ci è sembrato – era la convinzione caparbia, profonda, carnale, immediata, spontanea che la città è di chi la vive, per davvero. Lo si vedeva nei gesti di cura che aveva nei confronti del suo spazio sociale, Casale Falchetti, nelle parole che aveva nei confronti del suo pezzo di città, Centocelle.

I sorrisi e le carezze, l’ottimismo, l’infaticabile attivismo, la propositività, la caparbietà, la schiettezza: questa era la sua cifra. L’incredibile capacità di essere un compagno con il massimo della naturalezza possibile, come se quella collocazione nella società – scelta spesso così faticosamente – fosse così necessaria da rivelarsi l’unica possibile, l’unica normale.

Anche per Piero, e per altri andati via troppo presto, è necessario portare a termine la battaglia in difesa degli spazi sociali. Vincerla. Continuare la strada intrapresa insieme lui. Ciao caro Piero! Ci mancherai!

L’abbraccio più grande va alla famiglia di Piero, e ai suoi compagni di Casale Falchetti.

Oggi, giovedì 5 luglio, le compagne e i compagni del lsa 100celle saluteranno Piero alle ore 18 a Casale Falchetti, in viale della Primavera 319/b