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CasaPound, cosa vuol dire la nota del Ministero dell’Interno

Un documento ufficiale Ministero dell’Interno prova a sdoganare i “fascisti del terzo millennio” . Di seguito alcuni degli “atti eroici” di cui, negli ultimi anni, si sono resi protagonisti i prodi squadristi.

“Uno stile di militanza fattivo e dinamico ma rigoroso nel rispetto delle gerarchie interne e la palese e dichiarata volontà di sostenere una rivalutazione degli aspetti innovativi e di promozione sociale del ventennio, asseritamente nella prospettiva di un superamento di una visione apologetica e nostalgica del passato”. Per chi se lo stesse chiedendo, questo non è un comunicato di CasaPound né la descrizione che fanno loro di se stessi in un volantino, bensì una nota informativa sull’associazione di stampo neofascista redatta dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione del Ministero dell’Interno in occasione della causa intentata contro CasaPound dalla figlia di Ezra Pound, Mary, contraria all’uso del nome del padre da parte dei fascisti del Terzo Millennio.

L’entusiasta documento, a firma del prefetto Mario Papa, continua per ben due pagine, dove sono descritte minuziosamente – e con un certo orgoglio – tutte le attività di CasaPound che sembra più il club di scacchi di un centro anziani che non un covo di picchiatori neofascisti. Effettivamente, che i bravi ragazzi di CasaPound siano fattivi e dinamici nessuno lo mette in dubbio, dato che hanno dimostrato queste lodevoli caratteristiche in più di un’occasione: ad esempio nella città di Napoli dove, negli ultimi anni, si sono distinti particolarmente per la loro “politica del fare”. “Quella studentessa ebrea mi “stizza”. Io a questa qua la devo vattere (picchiare) o la picchio o la stupro e le faccio uscire il sangue dal culo”, è una delle frasi pronunciate da un appartenente di CasaPound arrestato a Napoli con altre persone nel 2013. A differenza di questo episodio, dove i neofascisti non sono riusciti a “fare”, sempre a Napoli, a novembre, una ragazza dei collettivi studenteschi di 17 anni è stata sbattuta al muro, minacciata con un coltello al collo e molestata sessualmente da un uomo sulla quarantina che è stato riconosciuto come un appartenente a CasaPound. Eccolo lo “stile di militanza fattivo e dinamico” che piace tanto al Viminale: andatene pure orgogliosi, non c’è di che. Per quanto riguarda la “prospettiva di un superamento di una visione apologetica e nostalgica del passato”, sempre nell’ambito delle intercettazioni avvenute prima degli arresti del 2013, tutto si riassume in questa frase: “Il fascismo costruiva, mentre quello che si definisce neofascismo ha sempre avuto come priorità quella di chiudersi in un ghetto e di difendersi. Noi vogliamo costruire”. Innovazione pura, come l’inneggiare a Adolf Hitler, un’abitudine che per i bravi ragazzi di CasaPound non passa mai di moda.

A tale progettualità, tesa al conseguimento di un’affermazione del sodalizio al di là dei rigidi schemi propri delle compagini dell’area, possono ricondursi le recenti intese con la Lega Nord, di cui si condividono le istanze di sicurezza e l’opposizione alle politiche immigratorie, con la creazione della sigla ‘Sovranità – Prima gli Italiani’ a sostegno della campagna elettorale del leader leghista”. Ci piace ricordare quest’intesa perfetta con quello che successe a Casal Bertone nell’ottobre del 2014, quando Mario Borghezio e un gruppo di appartenenti a CasaPound impedirono l’ingresso degli studenti stranieri nella scuola media del quartiere, l’ex “Lucio Lombardo Radice”. Un atto vigliacco e vergognoso che solo della feccia sarebbe stata in grado di mettere in campo: ed è qui che il connubio CasaPound – Lega Nord risulta perfetto.

L’azione di CasaPound si è indirizzata anche verso altre tematiche (…) quali il sovraffollamento delle carceri [alle quali, per deformazione politica, preferiscono i nuovi lager per migranti e rifugiati, nda] e l’utilizzo di animali in spettacoli circensi [e giustamente qui sono stati colti sul personale, nda]”. Ma andiamo avanti: nel documento è scritto anche che “l’affermazione dell’associazione è stata supportata dalla forte penetrazione tra i giovani, in particolare nell’ambito degli istituti di istruzione, facilitata dall’assiduo impiego dei metodi di proselitismo e integrazione più moderni”. Di questi “moderni” metodi di proselitismo e integrazione nelle scuole i militanti di CasaPound hanno fatto sfoggio proprio recentemente, recandosi al liceo Vittorini di Napoli con mazze e martelli – rendendo chiaro il modello di “forte penetrazione” di cui si parla nella nota – e aggredendo violentemente alcuni attivisti dell’Ex OPG Je So’ Pazzo. Che questo sia il metodo più assiduo con il quale CasaPound fa proselitismo nelle scuole non abbiamo nessun dubbio, dato che sono state numerose le aggressioni ai danni di studenti verificatesi nel corso degli anni in Italia.

Non meno importante è poi l’azione di proselitismo che l’associazione persegue attraverso le infiltrazioni nel mondo delle tifoserie ultras calcistiche, ambito in cui l’elemento identitario si coniuga a quello sportivo divenendo spesso il pretesto per azioni violente nei confronti di esponenti di opposta ideologia anche fuori dagli stadi”. Tra queste azioni di proselitismo ricordiamo quella del novembre 2014, dove i militanti di CasaPound piombarono con spranghe e mazze alla partita dell’Ardita San Paolo in trasferta a Magliano Romano, dove i prodi ragazzotti attaccarono i tifosi presenti sugli spalti. E quella del gennaio 2015 quando, al termine del derby Cremonese–Mantova, un gruppo di neofascisti di CasaPound andò al centro sociale Dordoni e ridusse a in fin di vita Emilio, un attivista dello spazio, dandogli numerosi colpi di spranga alla testa mentre si trovava per terra.

Il sodalizio organizza con regolarità, sull’intero territorio nazionale, iniziative propagandistiche e manifestazioni nel rispetto della normativa vigente e senza dar luogo a illegalità e turbative dell’ordine pubblico”. Come quando CasaPound invitò nella sede di Roma in via Napoleone III i nazisti di Alba Dorata, bravi ragazzi che in Grecia si sono macchiati di numerose aggressioni e omicidi (tra cui quello del rapper antifascista Pavlos Fyssas) nei confronti di rifugiati e compagni. Tutto sotto silenzio però fortunatamente. L’ordine pubblico non è stato turbato.

Insomma, o il Ministero dell’Interno ad aprile era in vene di scherzi e burle, o qui ci troviamo di fronte a un documento molto pericoloso, che potrebbe fare da apripista per lo sdoganamento di questi picchiatori squadristi che ogni tanto cercano, con scarsi risultati, di darsi una ripulita. In questi anni hanno dichiarato di voler “uscire dalle fogne”, ma si sa, la puzza tipica di certi ambienti è difficile da eliminare. E tutti questi fatti dimostrano che, nel loro caso, si sente ancora lontano un miglio. Su una cosa però c’è da essere d’accordo con il documento stilato dalla polizia di prevenzione del Ministero dell’Interno, ed è la parte finale: “Per altro verso, la sinistra radicale, in special modo gli ambienti autonomi e quelli anarco-insurrezionalisti, sotto la spinta del cosiddetto ‘antifascismo militante’, non riconoscono a CasaPound e alle altre organizzazioni politiche di estrema destra il diritto all’agibilità politica, sull’assunto che debba impedirsi ai fascisti la fruibilità di ogni spazio cittadino”. Non avremmo saputo dirlo meglio.