#CartaDiLampedusa, secondo giorno: la carta

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“La Carta di Lampedusa afferma diritti vecchi di secoli e ne enuncia di nuovi, affermando con forza le condizioni di possibilità della libertà nel mondo globalizzato”

E’ nata la Carta di Lampedusa. Più di trenta pagine redatte in due mesi di lavoro collettivo e ridiscussa dall’inizio alla fine, parola per parola, oggi sull’isola.

Un’assemblea lunghissima che ci risulta impossibile restituire per iscritto in questa forma vista la ricchezza e la complessità. Una discussione senza ingessature e passerelle, per raggiungere alla fine un risultato ambizioso: un documento, che è anche un programma per l’azione politica e sociale, che ognuno delle presenti e dei presenti può sentire come suo, senza adesioni passive o formali.

Culture politiche differenti, professionalità provenienti dal terzo settore e non solo, associazioni, attivisti di reti antirazziste e centri sociali si sono confrontati per incontrarsi, privilegiando il comune senza perdere le reciproche differenze. Qualificante è stata anche oggi la presenza transnazionale di attivisti da Turchia, Francia, Svizzera, Germania, Israele, Tunisia.

Quello nato oggi non è un cartello ma un processo che continuerà a lavorare, incontrarsi e speriamo ad allargarsi nei prossimi mesi. Perché la Carta di Lampedusa è aperta a tutte e tutti quelli che si battono per la libertà di movimento e la libertà di restare, che resistono alla violenza di leggi ingiuste, che non vogliono viverein un mondo confini presidiati da uomini in armi. La Carta di Lampedusa afferma diritti vecchi di secoli e ne enuncia di nuovi, afferma con forza le condizioni di possibilità della libertà nel mondo globalizzato; non si tratta di un documento per addetti ai lavori ma di un’arma in più per tutti coloro che non si arrendono alle disuguaglianze e a un mondo fatto di barriere.