DIRITTI

“Basta stragi e galere per l’Europa senza frontiere

Negli stessi minuti in cui addirittura il commissario Ue agli affari interni, Cecilia Malmostrom, richiamava l’Italia al rispetto dei diritti umani e dei cittadini migranti dopo le immagini dal “centro di accoglienza” di Lampedusa, a Roma cominciava la giornata di mobilitazione “Giornata internazionale di migranti e rifugiati” dei movimenti, con un’azione a Fontana di Trevi.

Circa 50 attivisti scuole di italiano degli spazi sociali e degli sportelli di tutela dei diritti di migranti e rifugiati hanno compiuto un’azione per ricordare a tutti che cosa significano le leggi nazionali e le politiche migratorie europee: discriminazioni, detenzioni ingiustificate, sfruttamento, stragi. Sono state gettate nella Fonta di Trevi delle sagome di uomini e donne con su scritto data, luogo e numero delle vittime delle peggiori stragi di migranti nel Mediterraneo.

“Le promesse di cancellare la Bossi-Fini e mettere in sicurezza in Mediterraneo, espresse dopo la strage di Lampedusa, sono prontamente scomparse dal dibattito politico dopo che è scemata l’attenzione mediatica – hanno spiegato al megafono gli attivisti – Il video trasmesso ieri dal Tg2 sul trattamento riservato ai richiedenti asilo all’interno del cosiddetto “centro di accoglienza” dell’isola ricordano le immagini dei lager, a testimonianza che dopo l’ennesima strage non è cambiato proprio niente. E allora ci chiediamo: ci sono differenze tra Bossi-Fini e Letta-Alfano”

Per mettere fine alle morti nel Mediterraneo, per restituire diritti e dignità a migranti e rifugiati nell’Europa “democratica” del Nobel per la pace è necessario: cancellare le leggi razziste, chiudere i CIE, aprire un corridoio umanitario dai paesi di provenienza e transito dei rifugiati, trasformare il regolamento di Dublino tutelando la mobilità dei rifugiati, garantire un’accoglienza degna a tutti.

L’appuntamento è questo pomeriggio alle 16.30 a p.le Esquilino. La Roma meticcia si riprenderà le strade anche per dire che le “risposte italiane” all’austerity significano solo nuove guerre tra poveri, che lo sfruttamento si combatte soltanto insieme e che non ci faremo dividere da retoriche razziste e reazionarie perché sappiamo bene dove cercare i nostri nemici.