ROMA

Assemblea sui servizi pubblici. DecideLaCittà

Martedì 28 giugno dalle ore 17:30 assemblea sul tema dei servizi pubblici a largo Leonardo Da Vinci. Tassello dopo tassello riappropriamoci della possibilità di poter decidere sulla vita della nostra città!

I servizi pubblici di Roma Capitale sono un patrimonio sul quale aleggiano grandi progetti di privatizzazione: dal decreto “Salva Roma” all’attualissimo Decreto Madia, passando per il Documento Unico di Programmazione del commissario straordinario Tronca. Tutti dettano la linea alla futura giunta capitolina: il libero mercato, nonostante un referendum 5 anni fa abbia affermato il contrario. Ma nella quotidianità di chi vive Roma, le ricette a base di tagli e privatizzazioni sono già una realtà: dal trasporto pubblico locale alla gestione dei rifiuti, dai servizi alla persona a quelli educativi, dai distacchi idrici per morosità al mancato pagamento degli stipendi di centinaia di lavoratori “esternalizzati” o direttamente licenziamenti.

Una quotidianità che vede dalla stessa parte lavoratori e utenti, unici a pagare il “debito” prodotto dalle banche e da mafia capitale. Ed è proprio dallo scambio tra le tante esperienze e vertenze che può nascere una risposta alternativa e corale alla consegna dei “nostri” servizi nelle mani di pochi privati. Per questo, nell’ambito del percorso “Roma non si Vende“, invitiamo tutti e tutte ad un primo momento pubblico di confronto, il prossimo 28 giugno, sui servizi pubblici locali.

Una prima tappa di quella che vogliamo divenga un’elaborazione collettiva, che si avvalga di percorsi già tracciati in altre capitali europee e mediterranee, che sappia coordinare le energie cittadine in momenti di mobilitazione contro le privatizzazioni, ma che sappia anche superare il modello di un “pubblico” spesso gestito come un’impresa privata o un rapporto clientelare. Abbiamo bisogno di bloccare oggi le ulteriori privatizzazioni, di sostenere oggi le vertenze attive in difesa di lavoratori e cittadini, ma anche di guardare più lontano, immaginando modelli di gestione partecipata in cui le comunità locali possano avere un ruolo attivo. Le alternative ci sono, i lavoratori stessi sono spesso in grado di suggerirle e tant* cittadin* sono in grado di guardare oltre la “retorica del degrado”. Il 28 iniziamo a mettere in comune le nostre ricchezze.