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Argentina, la Camera approva il diritto all’aborto dopo una straordinaria mobilitazione

Con una maggioranza di quattro voti, il progetto di legge che legalizza l’interruzione volontaria di gravidanza è stato approvato dalla Camera. Nelle prossime settimane passerà al Senato. A Buenos Aires incredibile marea verde. Incredibile marea verde nelle strade di Buenos Aires. Mobilitazioni in molte altre città del Paese

129 favorevoli, 125 contrari. Il progetto di legge che riconosce il diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito è stato approvato dalla Camera del Parlamento argentino. Una decisione storica, salutata da un boato nella piazza delle donne e da decine di migliaia di occhi lucidi e volti rigati dalle lacrime di gioia.

La votazione finale è arrivata dopo 23 ore di dibattito parlamentare. Hanno preso parola quasi tutti i deputati. I principali partiti si sono divisi al loro interno, sia nelle file della maggioranza che in quelle dell’opposizione.

Durante il dibattito, c’è chi ha sottolineato la forza del movimento delle donne, capace di imporre l’agenda politica e il testo della legge, e chi ha raccontato le forti pressioni esercitate dalla Chiesa. C’è chi ha ricordato le 3.030 donne morte di aborto clandestino negli ultimi 35 anni e chi ha ripetuto che il feto è vita, che appena uno spermatozoo e un ovulo si incontrano nasce una persona indipendente dalla madre.

Questo è successo dentro il Parlamento.

Più difficile provare a raccontare quello che è accaduto fuori. Qui i numeri non riescono a trasmettere la potenza degli eventi. Non basta nemmeno dire che un milione di persone sono scese in strada per il diritto all’aborto.

Più che una manifestazione è stata una grande festa popolare, una grande festa di donne. Una marea, verde nei pañuelos, nelle bandiere, negli striscioni, nelle scritte sui muri, nei trucchi sui volti. Un’onda che ha inondato il centro della capitale argentina.

Foto di Gaia di Gioacchino per DINAMOpress

Il piano di gestione dell’ordine pubblico aveva provato a dividere in due la piazza antistante al Parlamento. Di qua, le sostenitrici dell’aborto. Di là, gli “anti-diritto”, come sono stati ribattezzati i gruppi contrari a legalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza. Nel mezzo, la terra di nessuno.

Già nella tarda mattinata di ieri, però, il piano era saltato. All’ora di pranzo, il lato verde era pieno e la marea iniziava a straripare nelle strade circostanti e nella terra di mezzo. Nel pomeriggio, le reti che delimitavano gli anti-diritto venivano tirate indietro. Intanto, ragazze giovanissime le scalavano con il fazzoletto verde al collo, il sorriso sulle labbra e il grido «aborto legal» diretto a quelli che si trovavano dall’altro lato.

Alla fine, la mobilitazione azzurra convocata con lo slogan “salviamo le due vite” è stata appena una macchietta nella marea verde. Ha occupato per qualche ora un paio di isolati scarsi. Famiglie, preti e suore, uomini e donne in età avanzata, qualche ragazzo e poche ragazze. Molte preghiere in cerchio, in silenzio e a testa bassa. Poi un’invocazione corale al Signore «affinché illumini i deputati», un Padre Nostro adattato agli slogan anti-abortisti e recitato guardando il Parlamento, sotto la guida di un pastore evangelico. Alle 23.30 i camion della spazzatura pulivano la strada.

Intorno, intanto, la marea “per l’aborto legale, sicuro e gratuito” aveva colorato tutto di verde, debordando nel tempo e nello spazio. Un fiume ininterrotto di persone, dalla mattina alla notte, fino all’alba successiva. Soprattutto donne. Soprattutto giovani e giovanissime.

Foto di Gaia di Gioacchino per DINAMOpress

Dentro la marea, un susseguirsi ininterrotto di venditrici di pañuelos, bancarelle di magliette, camioncini di choripán, banchetti di spille e stoffe serigrafate, tendoni della Campagna per l’Aborto, stand dei partiti e delle organizzazioni sociali, striscioni grandi e piccoli, ronde musicali, fuochi improvvisati per riscaldarsi durante la notte, tende piantate per riposare un po’, un palco. E ancora, come scenario: strade piene di corpi, musica, canzoni e danze; file per mangiare e andare in bagno fuori da ogni locale; scritte e manifesti sui muri e sulle grate; negozi aperti, chiusi e riaperti nuovamente.

È la marea che straripa. Oltre un corteo, oltre un presidio, oltre un concerto, oltre un comizio. Oltre, e tutto questo insieme. Sull’onda di tre anni di movimento femminista e di tre mesi di mobilitazione permanente per l’aborto legale.

Tra ieri e oggi, è stata scritta una pagina di storia. Se anche il Senato dovesse approvare la legge, l’Argentina entrerebbe finalmente a far parte dei pochi Stati dell’America Latina dove le donne non rischiano il carcere o la morte per un’interruzione di gravidanza, dopo Cuba, Città del Messico, Uruguay, Guyana e Guyana Francese.

Ma c’è un altro dato straordinario di questa mobilitazione. Sono le centinaia di migliaia di giovanissime donne che non hanno mai smesso di gridare «el patriarcado se va a caer» e «America Latina será feminista». Quello che riuscirà a costruire questa “generazione verde” è impossibile da prevedere.

Da qua, sembra la parte più più potente di questo incredibile movimento. Anche oltre l’importantissimo risultato di oggi. Sono ancora tutte là, a festeggiare la vittoria, a cantare, a spingere verso la prossima battaglia, verso la prossima conquista.

¡ABORTO LEGAL YA!

¡ABORTO LEGAL YA!https://www.dinamopress.it/news/argentina-storica-votazione-della-legge-diritto-allaborto/È appena iniziato il dibattito alla Camera della proposta di legge per legalizzare l'interruzione volontaria di gravidanza. È la prima volta nella storia dell'Argentina che il provvedimento, presentato già sette volte, arriva a questo punto. La votazione è prevista per l'alba di domani mattina (tarda mattinata o ora di pranzo in Italia).Tra poche ore la piazza antistante al Congresso si riempirà di una marea verde a sostegno del progetto di legge. Nella stessa piazza saranno presenti anche gli "anti-diritto", cioè quei gruppi che si oppongono al diritto all'aborto legale.¡Vamos Argentina! ¡Facciamo la storia!DINAMOpress seguirà in diretta la mobilitazione (seguici su @twitter, facebook e su www.dinamopress.it)Video realizzato da Conspiraciones, collettivo audiovisuale nato nel laboratorio fotografico di M.A.F.I.A – Movimiento Argentino de Fotografxs Independientes Autoconvocadxs

Pubblicato da DINAMOpress su mercoledì 13 giugno 2018