EUROPA

«Anomalo» silenzio in mare al posto dei «soccorsi» libici

Una cappa di silenzio radio ha avvolto l’ultima missione della Mar Jonio. Toninelli e Salvini esultano per un presunto salvataggio della Guardia Costiera libica, che avrebbe riportato circa 300 esseri umani nel paese dei lager per migranti

«Tra il cinque e il sette novembre la missione Mediterranea Saving Humans ha navigato nelle acque internazionali tra Italia e Libia, registrando un “anomalo silenzio” – dice Marta, attivista di Esc Infomigrante appena scesa dalla nave Mare Jonio – Non abbiamo ricevuto messaggi navtex, né alcuna comunicazione dalla Guardie costiera italiana, né da quella maltese o tanto meno libica».

I messaggi navtex sono i bollettini meteo e gli avvisi ai naviganti disponibili per chi si avventura in tutti i mari del mondo, quelli delle guardie costiere in particolare riguardano la presenza di imbarcazioni in difficoltà.

E invece una situazione di rischio, stando alle dichiarazioni dei ministri Matteo Salvini e Danilo Toninelli, si sarebbe effettivamente registrata nei giorni scorsi in almeno due occasioni. Lunedì scorso, sei novembre, infatti, i due ministri hanno esultato per due «salvataggi» avvenuti lontano dalle coste italiane: uno effettuato dai maltesi e un altro dai libici. Sul secondo, di cui Mediterranea sostiene di non aver trovato alcun «riscontro formale», i due esponenti politici del governo gialloverde hanno fornito cifre discordanti: 320 persone salvate secondo il vicepremier e leader della Lega, 280 per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

«In ogni caso – denunciano gli attivisti della Mare Jonio, che resta l’unica imbarcazione civile di soccorso presente in quel tratto di mare – non c’è nulla da gioire per centinaia di persone riportate in Libia: salvati? No, condannati».

Nei giorni scorsi anche l’Unhcr, l’Agenzia Onu che si occupa dei rifugiati, aveva avvertito che i migranti soccorsi in acque internazionali non dovrebbero essere riportati nel Paese nordafricano, perché «non offre le necessarie condizioni di sicurezza». Nello stesso rapporto l’Unhcr ha calcolato che 1.200 persone siano scomparse nel Mediterraneo centrale dall’inizio del 2018, una situazione che – ha ribadito – «nessuno dovrebbe considerare accettabile».

Articolo pubblicato sul Manifesto dell’8/11/2018