ROMA

A Roma blitz sotto l’ANVUR nel giorno della protesta contro i test Invalsi

Oggi giornata di mobilitazione contro i test INVALSI. In tutta Italia mobilitazioni e sabotaggio dei test. A Roma blitz alla sede dell’Anvur, contro le agenzie di valutazione universitaria.

In tutta Italia in migliaia hanno partecipato alla mobilitazione contro i test INVALSI e la valutazione scolastica e universitaria, in contemporanea con lo sciopero della scuola primaria. A Roma un centinaio di studenti universitari e intermittenti della ricerca hanno dato vita ad un blitz alla sede dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), ente responsabile della valutazione del sistema universitario. Al centro della protesta i criteri di valutazione del sapere e della qualità della ricerca, totalmente arbitrari e finalizzati a crere una spaccatura netta, in termini di finanziamento, tra le università che già “funzionano” (secondo i critedi del governo” e quelle che invece non rispettano i parametri di valutazione. Al termine del blitz gli studenti e i ricercatori si sono spostai in corteo fino a raggiungere il presidio dei COBAS sotto il Ministero della Pubblica Istruzione.

Di seguito il comunicato diffuso durante l’azione

#cosinonvale

Quanto vale l’Università italiana? Quanto vale ogni Ateneo? E soprattutto: chi lo valuta, chi lo decide? Come, e perchè?

Non bastavano i tagli lineari – milioni di euro di tagli ogni anno, inaugurati dalla Gelmini e proseguiti senza soluzione di continuità dai governi Monti, Letta e Renzi – per distruggere il sistema universitario italiano. Non bastava ridurre i finanziamenti in proporzione epocale, costringendo gli Atenei a dismettere settori interi della didattica e della ricerca, ad abolire corsi di studio e a definanziare progetti di ricerca, ad accontentarsi di studenti e ricercatori sempre più vecchi, sotto il macigno di un turn-over inesistente, a negare di fatto il diritto allo studio, a rinunciare ad essere concorrenti con le Università private.

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Ebbene no, non bastava tutto questo. Per spartire i pochi spiccioli rimasti a disposizione, chi da decenni progetta di devastare l’istruzione superiore ha ideato un meccanismo subdolo e ingiusto: quello che marcia sotto i vessilli del “merito” e della “valutazione”.

Altro che concetti astratti, altro che ideologie, altro che merito, altro che valutazione per davvero: il funzionamento dell’ANVUR (Agenzia Nazionale per la Valutazione dell’Università e della Ricerca) è quanto di più irrazionale si potesse inventare. L’idea è che i soldi non vengano distribuiti a chi più ne ha bisogno, tra le Università, ma bensì vengano assegnati a chi è più meritevole, secondo canoni che sembrano decisi da un manipolo di serial killers piuttosto che da tecnici o politici preposti. Così, un Ateneo con troppi studenti rispetto ai professori prende meno soldi rispetto a un Ateneo con un buon rapporto studenti/professori. Un Ateneo con poche aule, poche biblioteche, pochi laboratori prende meno soldi rispetto a un Ateneo che ha grandi spazi e buone strutture. A un Ateneo che ha difficoltà a fare ricerca perchè ha pochi fondi, ovviamente, i fondi si tagliano – mica si aumentano. Ci vuole poco a capire che #cosìnonvale…

E così, questo sistema perverso di attribuzione, che non ha nulla di “redistributivo” e che ha un carattere più “vessatorio” che “meritocratico”, come si vorrebbe paventare, opera ormai in tutta la sua potenza. Nel 2015, quasi 1,4 miliardi di euro del FFO (un’enormità) verranno assegnati con questo sistema “premiale” invece che col sistema storico, quello che dava i soldi agli Atenei secondo i loro bisogni.

Eppure, c’è del metodo in questa pazzia! Un sistema che apparirebbe assurdo a chiunque sia dotato di buon senso, in realtà serve unicamente a distruggere l’università pubblica e di massa, tramite la creazione di pochi poli di eccellenza, quasi tutti nel Nord Italia, riservati a pochi studenti presuntamente meritevoli e sicuramente dotati dei mezzi economici necessari. E tutti gli altri, ossia la maggior parte dei giovani? A lavorare? Con la disoccupazione giovanile al 40% e i contratti sempre più precari a causa del Jobs Act?!?

E’ per queste ragioni che contestiamo l’ANVUR oggi, 12 maggio , giornata nazionale di mobilitazione contro quel sistema INVALSI che vorrebbe introdurre nelle scuole superiori tutti i mali che già distruggono oggi l’Università pubblica. Che cosa chiediamo? Chiediamo il denaro!