EUROPA

Waiting Area: sulle rotte del transito, nella Grecia diventata trappola

Waiting Area (Grecia 2016) è un video di inchiesta nato dall’esigenza di documentare e denunciare la condizione dei migranti e richiedenti asilo che progettano di raggiungere l’Europa. STAMP lo presenta in anteprima il 21 giugno a Strike (via Partini, 21 – Roma) durante l’iniziativa: Waiting Future.
Grecia, dove la solidarietà è rivolta. Dove si rivolta la solidarietà

Waiting Area perché un’area di attesa nell’immaginario collettivo è quel posto dove si aspetta di prendere un treno, un aereo, un traghetto per raggiungere un altro luogo. La Grecia in questi ultimi mesi è diventata per migliaia di persone una grande sala d’aspetto. Quello che prima era un corridoio di passaggio verso il nord Europa si è trasformato in una trappola.

Una chiusura fatta su misura per 54.000 rifugiati di diverse nazionalità. Iniziata prima dai vari governi di Ungheria, Serbia, Croazia, Slovenia, Bulgaria e Macedonia, che hanno tirato su barriere di filo spinato attorno ai loro confini, e poi ufficializzata dall’Unione Europea, attraverso un accordo politico con la Turchia.

Fino a quel momento, con la Balkan Route aperta, i migranti attraversavano l’Egeo dalla Turchia, raggiungevano le isole greche, risalivano l’entroterra fino al confine con la Macedonia, la Serbia, l’Ungheria per raggiungere il Nord Europa. Ma all’inizio della scorsa estate, il corridoio creato attraverso i Balcani, viene definitivamente chiuso.

Per affrontare “l’emergenza profughi”, come è stata definita impropriamente dai media main stream, le istituzioni di Bruxelles decidono di firmare un accordo con il governo di Ankara per non far arrivare più rifugiati in Grecia e per respingere in Turchia chi arriva dopo il 20 marzo, data di entrata in vigore dell’accordo.

La Grecia si trasforma in una trappola. Tutti i migranti giunti dopo questa data vengono fermati e respinti dalle isole Egee. Tutti quelli che si trovavano già nella penisola ellenica rimangono bloccati in attesa di sapere quale sarà il proprio destino. Nascono gli accampamenti spontanei del porto del Pireo ad Atene, del porto di Salonicco, di Policastro e di Idomeni al confine con la Macedonia. Nascono i campi provvisori emergenziali gestiti dal Governo greco incapaci di fornire servizi basici.

Una sala d’attesa fatta di emergenze umanitarie e amministrative, di migranti che cercano una strada per proseguire il proprio viaggio, di grandi organizzazioni non governative e volontari indipendenti, di istituzioni europee che chiudono le proprie porte e di gente comune che accoglie in modo solidale. Di chi dall’alto non garantisce degli standard decenti e di chi dal basso si autorganizza e propone un modello differente di accoglienza.

Questo è il viaggio di Waiting Area, video documentario nato attraverso il progetto di crowdfunding Route to Europe, un racconto di 2 settimane attraverso la Grecia. Da Atene a Salonicco, dal confine macedone a quello albanese, dalla costa all’entroterra, ascoltando e documentando le voci dei protagonisti che subiscono le fragilità e le contraddizioni dell’Unione Europea e che contemporaneamente si autorganizzano per fronteggiarle.