EUROPA

Verso uno sciopero sociale transnazionale

Appello verso il meeting che si terrà a Poznan dal 2 al 4 ottobre per costruire organizzazione e connessioni verso uno sciopero sociale transnazionale [multilanguage]

L’austerità è la nuova normalità in Europa. Negli ultimi anni, le politiche monetarie sono state usate per realizzare riforme del lavoro neoliberiste, privatizzazioni dei beni comuni, tagli al welfare e ai diritti civili. I governi europei e le istituzioni finanziarie usano il debito e parametri tecnici come strumento politico per mettere lavoratori e popoli gli uni contro gli altri, come dimostra il ricatto contro la Grecia. Un nuovo governo della mobilità sta creando gerarchie tra le regioni europee e sta cercando di limitare i movimenti dei migranti dall’interno e dall’esterno dell’Unione Europea. Le catene globali della produzione e della riproduzione attraversano lo spazio europeo usando le differenze tra i regimi del salario e le legislazioni sul lavoro per fare profitti, producendo una forbice crescente tra i pochi ricchi e i molti poveri. A causa delle esternalizzazioni e del sistema dei subappalti la forza e il potere degli scioperi è messa in discussione.

Le molte lotte che attraversano l’Europa sul salario, la casa, il welfare e la libertà di movimento stanno aggredendo, da diversi lati, l’attuale attacco alle condizioni di vita e di lavoro. Tuttavia, di fronte alla dimensione transnazionale di questo attacco, esse devono affrontare il problema di come superare il loro isolamento e trovare priorità comuni. Le nuove forme di mutualismo e di auto-organizzazione locale si confrontano con le difficoltà dell’allargamento e della comunicazione con le lotte sul salario e sulle condizioni di lavoro e di vita. Le divisioni tra lavoratori a tempo indeterminato, determinato e disoccupati, tra migranti e locali, tra settori formali e informali creano ostacoli all’organizzazione di lotte vincenti dentro e fuori dai luoghi di lavoro, attraverso tutta la società. Mentre i sindacati, le associazioni e i movimenti concentrano le loro azioni soprattutto sul piano nazionale, la dimensione transnazionale del governo europeo della mobilità e del lavoro richiede la capacità di costituire un potere sulla stessa scala dell’attacco sferrato.

Di fronte a questa situazione, vogliamo costruire un processo verso uno sciopero transnazionale e sociale capace di creare connessioni, organizzazione, comunicazione transnazionale e forza tra le lotte sociali e sul lavoro. Lo sciopero sociale transnazionale parte dai limiti delle forme tradizionali di lotta e di organizzazione sindacale, e dalla perdita di potere che gli scioperi, anche se generali, hanno subito a causa della precarizzazione e della dimensione transnazionale della produzione. Lo sciopero indica una pratica e un processo di organizzazione che afferma la necessità di riportare il lavoro, in tutte le sue forme, al centro dell’agenda dei movimenti. Nello stesso tempo, la questione è come rendere lo sciopero sociale transnazionale un processo di organizzazione capace di estendere la scala dell’insubordinazione esistente e produrre nuove e più potenti lotte, dentro e fuori i luoghi di lavoro.

Dopo l’assemblea a Francoforte dello scorso 19 marzo, vogliamo fare un passo avanti e incontrarci a Poznan il 2-3-4 Ottobre. La location offre l’opportunità di favorire la partecipazione a quei paesi dell’Europa orientale che si trovano al centro dell’attuale regime di sfruttamento e di promuovere uno scambio tra lotte sociali e sul lavoro attraverso i confini e le regioni. In una tre giorni di discussioni, assemblee e workshop vogliamo continuare a confrontarci sulle situazioni locali, condividendo esperienze e tattiche, e a discutere di come costruire una prospettiva politica capace di essere un punto di riferimento per le lotte esistenti e per quelle a venire.

Come organizzare resistenze e rivendicazioni di fronte al carattere transnazionale della produzione? Come costruire un sapere comune sulle differenti condizioni? Come scioperare laddove i confini tra il dentro e il fuori dai posti di lavoro si stanno dissolvendo?

Le rivendicazioni di un salario minimo, un welfare, un reddito e un permesso di soggiorno minimo europei possono funzionare come strumenti di organizzazione transnazionale e di connessione delle lotte già esistenti in diverse città e paesi dell’Europa e oltre? Come organizzarsi collettivamente contro la frammentazione e l’individualizzazione dei rapporti di lavoro? Come creare connessioni tra lavoratori «garantiti» e lavoratori precari? Come attaccare le condizioni sociali dello sfruttamento?