DIRITTI

Verso il 26N Non Una Di Meno. Violenza sui corpi e salute riproduttiva

Parliamo di altre forme di violenza sui corpi e le scelte delle donne. Giovedì 17 a Esc Atelier “Il Mestiere più antico del Mondo”. Spettacolo a sostegno della manifestazione del 26 novembre.

La violenza contro le donne è un fenomeno strutturale nella nostra società e in quanto tale si manifesta in tutti gli ambiti, incluso quello della salute riproduttiva e sessuale. La violenza ostetrica, la negazione del diritto di autodeterminazione delle donne sul loro corpo e sulla loro salute, inclusa la negazione del diritto di scegliere se, quando, dove e come partorire, così come l’obiezione contro il diritto di abortire e di ricorrere alla contraccezione, sono forme di violenza di genere, che rafforzano una visione stereotipata della donna.

La donna è relegata alla funzione riproduttiva e a ruoli di cura e accudimento, anche in funzione suppletiva di uno stato sociale sempre più assente. La sua scelta di non diventare madre è socialmente condannata, così come la sua scelta di esserlo è medicalmente dominata: sei una vera donna solo se scegli di diventare madre, sei una vera madre solo se accetti il sacrificio di te, pronta a immolare diritti e bisogni fisici, emotivi, sociali e professionali. Questa forma di violenza ha origine nel paternalismo medico, che si arroga il potere di sostituirsi alla donna nei processi decisionali che riguardano la sua salute riproduttiva, e più in generale nella cultura patriarcale che fa del controllo della donna, del suo corpo, della sua salute, delle sue scelte di vita, il principale strumento per esercitare e accrescere il proprio potere e dominio. Per questi motivi, la violenza ostetrica deve essere contrastata attraverso azioni che promuovano un processo di cambiamento che interessi non solo gli ospedali, i luoghi della salute e gli operatori sanitari, ma anche le scuole, la società, i mezzi di comunicazione, per decostruire la rappresentazione sociale stereotipata della donna e della maternità.

La rete cittadina IoDecido tra le realtà promotrici delle giornate del 26 e 27 novembre, fa dell’intersezione delle lotte uno dei cardini della propria visione politica e delle proprie pratiche di rivendicazione. La lotta contro la violenza ostetrica si inserisce quindi a pieno titolo nel percorso nazionale di contrasto alla violenza sulle donne, un percorso che si sta costruendo da mesi attraverso assemblee pubbliche in tutta Italia e che porterà ad una grande manifestazione nazionale a Roma il 26 novembre e agli otto tavoli tematici del 27 novembre, tra i quali uno sarà su: “diritto alla salute, libertà di scelta, autodeterminazione in ambito sessuale e riproduttivo”.

 

Leggi tutto il contributo di Freedom For Birth – Rome Action Group verso il 26 e 27 novembre

 

 

L’iniziativa a Esc Atelier è promossa da Infosex – Laboratorio di inchiesta su corpi e desiderio – e da Freedom For Birth – Rome Action Group – gruppo di azione che promuove la libertà di scelta e di autodeterminazione delle donne al parto e in gravidanza, su aborto e contraccezione.

 

 

In copertina, una intervista video a Mirta di Freedom For Birth – Rome Action Group realizzata nel corso dell’assemblea nazionale del percorso Non Una Di Meno dell’8 ottobre che ci racconta un po’ cosa succede davvero in sala parto e cosa si intende per violenza ostetrica. Mentre la ministra della Salute Beatrice Lorenzin lanciava tra le polemiche il Fertility Day, parliamo di salute riproduttiva, di cosa significa davvero diventare genitori oggi, nei tempi in cui la precarietà esistenziale e lavorativa si abbatte sempre di più sulle nostre vite, mentre assistiamo progressivamente allo smantellamento della sanità pubblica.

 

Tutte le info verso il 26 e 27 qui sul blog Non Una Di Meno