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Verità e giustizia per Santiago Maldonado

“Vogliamo rispetto, verita’ e giustizia per Santiago. Lo Stato e la Gendarmeria sono responsabili”: così Sergio, il fratello di Santiago Maldonado, dal palco di Plaza de Mayo di fronte a 150mila persone. A tre mesi dalla desapariciòn, due settimane dopo il ritrovamento del corpo, decine di piazze piene in tutto il mondo.

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“Per rispetto non parlo dell’autopsia, dato che i risultati definitivi sono ancora in eleborazione, a differenza di tanti politici e giornalisti che vogliono archiviare il caso dopo il ritrovamento del corpo, occultando ciò che è accaduto il 1 agosto e in tutti questi tre mesi. Lo Stato e la Gendarmeria devo rendere conto di quanto hanno fatto. Tre mesi fa è cambiata per sempre la nostra vita, e non smettero’ mai di ringraziare tutti voi che siete oggi in piazza qui e in tutto il paese, tutte le organizzazioni sociali e popolari che ci accompagnano. Chi ha mentito impunemente sulla desaparición e la morte di Santiago è responsabile. La solidarietà ci riconcilia con i migliori valori dell’essere umano. Santiago è un simbolo di pace, e così vogliamo ricordarlo, reclamando verità e giustizia.” Sergio Maldonado legge una lettera dal palco, si fermano per alcuni minuti, in segno di rispetto e raccoglimento, i cori che si estendevano ad ondate sulla piazza e nelle vie limitrofe, contro Macri e il ministro Bullrich, per Santiago e per le Madres. “Vogliamo sapere chi è stato e cosa hanno fatto a Santiago, vogliamo i responsabili dell’insabbiamento delle prove e delle menzogne dette per coprire i responsabili della sua desapariciòn prima e della sua morte dopo. Il nostro unico reclamo adesso è ottenere verità e giustizia”.

Ad accompagnare la famiglia e gli amici di Santiago, le Madres de Plaza de Mayo e decine di organizzazioni politiche e movimenti popolari, piu’ di 150mila persone in piazza nella sola Buenos Aires. Decine di cortei anche nelle altre città argentine per chiedere le dimissioni del ministro Bullrich e rivendicare verita’ e giustizia, liberta’ per i prigionieri politici e diritto alla terra per i mapuche e gli altri popoli indigeni. “Santiago presente, ahora y siempre!”: un urlo immenso risuona da Plaza de Mayo, fino ai quartieri circostanti. Una promessa che risuona nella piazza, nella voce rotta eppure ferma e determinata del fratello che parla dal palco, nei volti commossi di migliaia di persone con in mano la foto di Santiago. Per Santiago, e per tutti i desaparecidos e le persone sparite o uccise dalla repressione dello Stato. “Solo con giustizia e verità potrà risposare in pace Santiago, e potremo riposare anche noi” afferma Sergio, “vogliamo giustizia, processo e condanna dei responsabili politici e militari di questo crimine di Stato”.

Estela Carlotto delle Madres de Plaza de Mayo afferma “Dal presidente in giù, soprattutto il ministro Bullrich, tutti sono responsabili di questo fatto, a partire dall’entrata violenta ed illegale nelle terre mapuche. Santiago ha dato la vita, così come i nostri figli, per questo vogliamo giustizia e condanna dei responsabili politici, perchè nessuno desidera morire, ma solo continuare a vivere e lottare.” La piazza si svuota in fretta, si va via tutti insieme, per evitare provocazioni e repressioni poliziesche. Si va via sapendo che la lotta continua fino alla condanna dei responsabili politici e militari di questo crimine. Come disse qualche settimana fa il fratello di Santiago “Le Madres cercano i loro figli da quarant’anni, io continuerò per tutto il tempo che sarà necessario per avere giustizia”.

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