EUROPA

Un weekend di festa nazionale a Berlino: bombe contro i migranti, razzismo e incendi.

Lo scorso fine settimana in Germania l’anniversario della riunificazione nazionale. A Berlino un attentato ha colpito una struttura di accoglienza per migranti e una sede dell’HDP è stata data alle fiamme

“Wo Faschisten und Multis das Land regieren, Wo Leben und Umwelt keinen interessieren, Wo alle Menschen ihr ich verlieren Da kann eigentlich nur noch eins passieren…”

“Dove governano i fascisti e le multinazionali, dove non interessano a nessuno le vite e l’ambiente, dove tutti perdono il proprio io, può succedere una sola cosa…”

(Deutschland muss sterben – Slime)

Lo scorso weekend la Germania festeggiava il venticinquesimo della propria riunificazione nazionale. Un weekend segnato da opposti sentimenti rispetto alla propria festa nazionale. Per le strade di Francoforte sul Meno, Brema e Berlino sfilavano diverse manifestazioni contro una festività accusata di nazionalismo e di trasformarsi in un richiamo ad una grandezza che per ovvi motivi non può non far pensare ai tempi più bui del novecento europeo.

Ma per le strade della capitale lo scorso weekend non è stato solo declinato al passato, non è stato cioè solo segnato dalla dialettica sulla recente propria storia nazionale; da sabato notte a lunedì all’alba tra i festoni con il tricolore tedesco e le folle del clubbing berlinese ,una serie di episodi di cronaca hanno riportato ad un presente in cui la Germania e, per motivi specifici, Berlino vive di nuove tensioni, completamente contemporanee.

Nella giornata del 3 Ottobre diverse manifestazioni di estremisti di destra hanno certificato la loro presenza territoriale nei quartieri orientali della metropoli di Lichtemberg, Marzhan e Treptow-Kopenick con marce che inneggiavano all’”unità del popolo tedesco”. Ma dopo i simboli nazionalisti del giorno la notte si è messa in moto la macchina della violenza politica di destra.

Infatti nel quartiere periferico di Berlino Est di Marzhan un uomo ha subito un aggressione notturna al seguito della quale ha riportato contusioni, lacerazioni e trauma cranico. Gli aggressori, fuggiti quando si sono accorti della presenza di testimoni, lo hanno aggredito accusandolo di essere un “antifascista di merda”. Marzahn è un quartiere dove la presenza di estremisti di destra è ancora molto forte e dove nell’anno passato gli antifascisti hanno più volte bloccato manifestazioni e cortei xenofobi. E’ il quartiere dove il Senato di Berlino sta investendo per costruire le strutture per l’alloggiamento dei rifugiati. E in questo quadro nella stessa notte, a pochissime ore dall’aggressione, tra i palazzoni dell’epoca della DDR, una bomba è esplosa fuori da una delle strutture di accoglienza. Nella struttura sono ospitati circa 40 migranti e solo per un fortuito caso l’ordigno notturno non ha fatto registrare vittime. L’ingresso della struttura alberghiera e alcune macchine nel parcheggio sono rimaste distrutte dall’attentato dinamitardo.

Nell'”accogliente” Germania, che comunque il 15 ottobre discuterà in Parlamento di nuove e più rigide misure contro l’immigrazione, dall’inizio dell’anno si sono verificati quasi 3 attacchi contro rifugiati ogni notte. Case d’accoglienza incendiate, accoltellamenti, esplosioni, pogrom, minacce e nella capitale dei Pegida, Dresda un omicidio per odio razziale. L’altro volto, innominabile, della nazione che ha posto le basi alla fine del trattato di Dublino.

Ancora nella stessa notte, con sospetta puntualità, anche il centrale e “cool” quartiere di Kreuzberg è stato scosso da un altro ordigno. L’appena inaugurata sede dell’HDP, partito parlamentare turco vicino al popolo curdo e vero incubo del nazionalismo di Erdogan, è stata data alle fiamme. L’azione non è stata rivendicata ma è impossibile non leggerne la responsabilità nei fascisti turchi, nazionalisti, dell’MHP cioè i Lupi Grigi. Esattamente un mese fa i Lupi Grigi si erano resi responsabili di diverse azioni violente a Kreuzberg e nello stesso giorno ancora a Marzahn era stato assaltato un ristorante vietnamita da neonazisti (in quell’occasione un lavoratore del ristorante era stato accoltellato e portato in ospedale d’urgenza). L’azione contro i curdi ha dato il benvenuto in Europa a Erdogan che ha tenuto un comizio dai toni nazionalisti in Belgio in vista delle elezioni politiche turche, comizio che ha visto la presenza massiccia di nazionalisti venuti dalla Germania e dall’Olanda. Da lì a qualche giorno il presidente dell’Europarlamento Schultz, dell’SPD, si è fatto fotografare sorridente con il neosultano dopo aver chiuso un accordo sull’”emergenza rifugiati” che prevede lo stanziamento da parte dell’UE di circa un miliardo di Euro.

Ma un’ulteriore inquietante “coincidenza” collega il week end berlinese dell’unità tedesca con gli accadimenti del secondo week end di settembre. Allora lo squat XB in Liebigstrasse 34, storico insediamento di genere nella zona degli squat di Rigaer Strasse a Friederichschain, era stato assaltato da circa quaranta militanti neonazisti che ,all’alba della domenica, avevano colpito con bottiglie, pietre e molotov l’esterno dello spazio e le macchine parcheggiate nella zona. Con la rinomata precisione teutonica, all’alba di lunedì 5 Ottobre l’XB questa volta è stato vittima di un attacco incendiario. Il fuoco è stato appiccato nell’androne del palazzo e ha danneggiato il solaio del primo piano. In quel momento si trovavano circa 50 persone nello spazio, di cui alcuni bambini; solo l’intervento dei vigili del fuoco ha potuto evitare la strage. In tutta risposta all’attacco, è arrivata la beffa peggiore del danno: il ministro degli interni di Berlino, e papabile candidato della CDU, Henkel ha attaccato il “terrore e l’estremismo criminale” degli squat della zona e ha rinforzato la presenza della polizia nell’area, da sempre vittima degli appetiti di immobiliari e gentrificatori. Per completezza bisogna chiarire che l’SPD berlinese addirittura aveva proposto una speciale commissione d’inchiesta contro gli occupanti della Rigaer Strasse, del Liebig e di Samariterstrasse; come spesso accade l’SPD tedesca riesce a superare a destra persino la CDU (responsabile dei ripetuti tentativi di sgombero dell’occupazione dei rifugiati di OhlauerStrasse a Kreuzberg, tentativi recentemente dichiarati illegali dall’alta Corte del Land di Berlino).

Esattamente a un mese di distanza quindi si è ripetuto uno schema che ha colpito i migranti e rifugiati nella periferia est berlinese, l’XB a Friederichschain e i militanti curdi a Kreuzberg nel giro di poche ore. Lo schema si è ripetuto con un innalzamento del livello dello scontro e della violenza degli attacchi. In città si moltiplicano le assemblee e i coordinamenti che collegano in modo sempre più stretto la resistenza curda, l’antifascismo e l’antirazzismo. E mentre la retorica del governo festeggia la forza politica europea della nazione nata il 3 ottobre del 1990 in un anno vissuto pericolosamente tra golpe greco, crisi dei rifugiati e scandalo Volkswagen, le strade di Berlino si preparano alla grande manifestazione antifascista di fine novembre, la Silvio Meier Demo, per rispedire al mittente questi attacchi.