ROMA

Tiburtino III, aggressione al centro di accoglienza: una testimonianza diretta

Marzia è una volontaria di Baobab Experience. Era presente nei momenti dell’attacco al centro di accoglienza di Tiburtino III, accaduto lo scorso martedì, durante la notte. In questa intervista definisce più chiaramente i contorni dell’aggressione contro il rifugiato eritreo finito in ospedale. Innanzitutto, ridimensionando il numero degli aggressori, che sarebbero al massimo una ventina e non “un intero quartiere inferocito” (come hanno sritto alcuni giornali). Inoltre, Marzia sottolinea il ruolo ambiguo della polizia, che, oltre ad aver fatto finta di non sentire alcune cose molto gravi pronunciate dagli aggressori, ha messo in pericolo la stessa volontaria. Infatti, dopo essere stata cacciata dal centro di accoglienza dagli agenti, la donna è stata insultata e presa a schiaffi, in una situazione che sarebbe potuta facilmente degenerare. Per ultimo, è significativa la descrizione delle oscillazioni dei motivi che avrebbero scatenato l’attacco: da una risposta scomposta del rifugiato ai bambini che lo prendevano in giro, al lancio di un sasso, fino a un presunto “tentativo di violenza sessuale” aggiunto soltanto successivamente alla ricostruzione degli aggressori e non giustificato da nessuna prova. Sullo sfondo, la campagna d’odio portata avanti nel quartiere da alcuni partiti di estrema destra.