ROMA

Taxiiiiiiiii

Un commento semi-serio sulla mobilità a Roma e sulle recenti proteste dei tassisti.

Ma insomma noi con chi stiamo con i tassisti o contro?

Con il corporativismo o con il libero mercato? Con i lavoratori o con una App? Con i lavoratori della città di Roma o con un algoritmo senza spazio?

Queste le domande che mi sono posta, mentre aspettavo un 409 che non passava, in piedi, in mezzo alla strada, perché ci stavano troppe macchine parcheggiate in seconda fila di fronte alla fermata! O forse stavo aspettando la metro C, l’unica metro al mondo che non incrocia alcuna altra metro e che forse non sarà mai finita!

Lo sappiamo tutti a Roma i taxi costano tantissimo, e non sono alla portata di tutti, sono una lobby corporativa che sposta molti voti, e nel passato è stata un tassello importante per la vittoria di Alemanno, e oggi, almeno una parte appoggia il Movimento Cinque Stelle. I tassisti a Roma sono pure un po’ fascisti e lo si è visto alle loro manifestazioni, tutti uomini con delle braccia alzate a fare il saluto romano. Però nessuno gli può negare di aver comprato licenze a prezzi altissimi e che ora di punto in bianco non dovrebbero valere più niente; in più fanno un lavoro stressante, perché guidare a Roma – ma anche in altre città – è un incubo, ma di quelli veri. Quindi a me i tassinari non mi stanno tanto simpatici, costano tanto, ma se fossero più economici io la notte lo prenderei proprio volentieri il taxi, dato che gli autobus notturni sono un miraggio.

Ma con chi ce l’hanno i tassisti? Contro il libero mercato che, se mi ricordo bene, neanche a me piace troppo. É Uber lo spettro che si aggira in queste manifestazioni. Uber è una piattaforma di sharing economy, o almeno così c’è scritto sui giornali. Diciamo però che lo sharing Uber se lo è perso per strada, e gli è rimasta solo l’economy and very very capitalist. Per chiarire, gli autisti di Uber sono considerati nient’altro che fruitori di una App, a cui devono pagare una percentuale per ogni cliente con cui l’App li mette in contatto. Quindi non gli è riconosciuto nessun diritto sul lavoro (ferie, malattia, maternitàpaternità, previdenza), e grazie a questo Uber è in grado di offrire prezzi minori del servizio taxi. Quindi, ricapitoliamo: taglio su tutti i diritti, non ho lavoratori ma solo utenti di un servizio, uguale prezzi più bassi. Per non parlare delle norme di sicurezza che non vengono controllare da nessuno. Contro questo funzionamento i lavoratori di Uber si sono ribellati, da ultimo in Inghilterra, arrivando a farsi riconoscere dal giudice la loro posizione di lavoratori (utenti di tutte le piattaforme unitevi!).

Per me che ancora aspetto l’autobus di cui sopra, che non posso avere la macchina, che non vorrei più essere costretta a guidare il motorino, che vorrei una città con dei traporti pubblici accettabili, che vorrei andare in bici senza essere messa sotto, che vorrei mettere la mia bici nella metro senza rischiare di uccidere nessuno perché troppo piena…

Ecco per me queste due posizioni sono entrambe inaccettabili, perché nessuna delle due mi permette di usufruire di un servizio pubblico (perché questo sono i taxi) a dei prezzi accettabili, con delle condizioni di lavoro eque.

Di fronte a queste proteste ora si cercherà di dare il contentino a tutti, senza decidere nulla, e alla fine questo permetterà comunque l’entrata nel mercato di soppiatto di Uber, mentre si continueranno a sostenere piccole lobby, per avere il loro appoggio elettorale.

E così a Roma si continuerà ad attendere autobus, guidare macchine e motorini, vivere in una città inquinata, con il trasporto pubblico peggiore d’Europa. Alla faccia del cambiamento pentastellato, che taglia sul trasporto pubblico il 28% del budget, mentre decide di appoggiare le proteste dei tassisti.