POTERI

Sono venute prima le fake news o il loro uso politico?

Oggi alla Città dell’utopia discutiamo di “come costruire paure ed alimentare il razzismo”. Questo vuole essere un contributo verso la discussione di questa sera

Sono venute prima le fake news o il loro uso politico?

O forse queste due parti non possono essere separate: così che la costruzione della notizia diventa il suo stesso uso politico e giudiziario, e viceversa, l’uso politico e giudiziario non trasparente alimenta la costruzione di fake news.

Nell’affaire Ong, non è chiaro come tutto sia cominciato, visto dove è arrivato l’uso politico di questa narrazione falsificante. E non è chiaro se chi ha costruito questa notizia lo ha fatto per poter aprire lo spazio del suo uso politico. L’intreccio tra comunicazione e politica, tra uso politico della comunicazione e politica della comunicazione è sempre più; stretto. In mancanza, però, di un buon giornalismo di inchiesta, che prima assolveva al ruolo di watchdog della politica e del giornalismo stesso.

Il 10 marzo Striscia la Notizia manda in onda un servizio dal titolo ‘Profughi Take Away’, dove si sostiene che tutte le navi delle Ong fanno la spola tra le acque libiche e l’Italia, supportando in questo modo l’ipotesi di una collusione tra le Ong e gli scafisti. La fonte principale del servizio era un blog di un ragazzo che traccia le navi tramite un semplice Gps. Segue il magistrato Zuccaro che dalle prime pagine di tutte i giornali accusa le Ong di avere accordi con i trafficanti di uomini, eppure nei giorni a seguire dichiarerà di non aver alcuna prova da portare in giudizio, e che quindi nessuna inchiesta giudiziaria potrà cominciare. Sarà aperta un’inchiesta parlamentare che si concluderà il 16 maggio con un nulla di fatto.

Ma questo non basterà a placare la polemica politica costruita ad arte da Di Maio, Salvini, e i più; svariati gruppi dell’estrema destra che in quei giorni attaccheranno l’OIM (l’Organizzazione Internazionale Migrazioni) e diversi dibattiti promossi dalle Ong.

Di Maio ha più; volte sostenuto che le prove del fatto che le Ong siano dei ‘taxi del mare’ siano nel rapporto di Frontex 2017. Al contrario nel rapporto è scritto che tutti i salvataggi (di navi delle Ong, della guardia costiera italiana o di qualsiasi altra nazionalità) hanno delle ‘conseguenze involontarie’ facendo arrivare a destinazione chi si è affidato agli scafisti (Rapporto Frontex, pag.32). Ma, il rapporto continua dicendo che nonostante tutto, le morti nel Mediterraneo stanno aumentando.

Infatti, le Ong non sono sempre state attive nei soccorsi in mare, ma lo sono solo dall’ottobre 2014, cioè da quando si è chiusa l’operazione Mare Nostrum, portata avanti esclusivamente dall’Italia, che garantiva un pattugliamento molto più; capillare e diffuso di quanto viene garantito oggi dalle operazioni europee sotto il controllo dell’Agenzia Frontex.

Nel frattempo la polemica politica non si arresta ed alimenta un clima razzista. Contro i migranti e contro chi con i migranti è solidale. Sembra proprio che questo attacco sia contro coloro che provano empatia con chi scappa dalla guerra, dalla fame, da condizioni non degne di vita. Sotto attacco sono le iniziative solidali, chi offre pasti, chi organizza l’aiuto legale, chi traduce e organizza lezione di lingua, chi condivide un pezzo di strada con chi è in viaggio verso una vita migliore, o così spera.

è questo clima montato ad arte che oggi permette di parlare della chiusura dei porti, di completa esternalizzazione delle frontiere, di responsabilizzazione del governo libico (quale governo libico?), di polizia giudiziaria sulle navi delle Ong. è questo clima razzista che permette di lasciare i migranti intrappolati nei campi in Turchia, in Grecia, o nei Balcani. O, ancora peggio, lascia che le barche affondino, perché nessuna nave le avvista, le soccorre o le aiuta. Perché se non le vediamo le barche, le possiamo lasciare affondare, senza dover mobilitare alcuna discussione sul nostro dovere morale. Del resto occhio non vede cuore non duole. Per questo bisogna fermare chi vuol vedere.

Ne parliamo questa sera alla città dell’utopia alle 19.00 con:

Leonardo Bianchi (VICE Italia)

Gaetano De Monte (Campagna Welcome Taranto)

Natascia Grbic (DINAMOpress)

Damir Bojić (La Città dell’Utopia)

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