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Se Gipi ci stupisce ancora con “una storia”

Una vicenda particolare e universale assieme, sulla fatica o forse l’impossibilità di essere felici

Dopo la parentesi cinematografica dell’Ultimo Terrestre e di Smettere di Fumare Fumando Gipi è tornato il libreria con una nuova storia, uscita ancora per i tipi di Coconino Press. Per chi ama Gipi avvicinarsi ad ogni suo libro è come aprire uno scrigno, con curiosità e bramosia-e Cosa ci ha regalato questa volta l’autore di S., LMVDM, Diario di fiume e altre storie e Appunti Per un storia di guerra. La paura inconfessabile è che questa volta il “tesoro” ci deluda se messo a confronto con quelli già scoperti. Così chiami l’amico noto fumettista che ha appena avuto la graphic novel tra le mani in occasione di Lucca Comics, e tiri un primo sospiro di sollievo quando dice “L’ho letto stanotte, tre volte, è bellissimo”. Del suo giudizio ti fidi. Aumenta il desiderio di consumare la lettura, di scorrere con gli occhi parole e disegni.

Trovato un momento di tranquillità finalmente divori una storia, articolo e sostantivo in minuscolo, e quando arrivi alla fine pensi “Ecco, non solo era bello: Gipi ha stupito un’altra volta”. Suggestioni e rimandi, flash onirici e cronaca si dipanano su linee temporali intrecciate, ognuna caratterizzata da uno stile nel disegno, dai toni dei colori o dall’assenza di questi. La storia in questione si dipana lungo un paio di generazioni, ma viene compressa in 126 pagine. Ne conosciamo i protagonisti e i momenti salienti, catartici. E questo ci basta tanto sono dense le parole e i disegni. Un albero e una squallida stazione di servizio tornano ossessivamente nei disegni di Silvano Landi ricoverato in una clinica psichiatrica, snodi di una vita segnata da tormenti interiori, egoismo e fragilità nelle relazioni con gli altri, in particolare con chi gli sta più vicino. Ma come veniamo a sapere, leggendo una storia tutte queste cose su Silvano Landi? Non lo saprebbe bene dire neanche il lettore più attento.E come facciamo a conoscere Silvano Landi e le sue vicissitudini tramite le vicende di guerra del nonno? Perché la storia di una storia ha un plot particolare e universale assieme. E’ una storia sull’impossibilità di essere felici e sulle scelte dolorose necessarie per provare a toccarla la felicità. “Hai capito cosa intendo? In pratica, secondo me, la forma che abbiamo, il nostro viso, con gli zigomi, le guance, le fossette, il mento, la bocca, le labbra, tutto questo, queste forme, sono state definite nei secoli dei secoli dallo scorrere delle lacrime”, spiega il signor Landi alla figlia. Che, per tutta risposta, lo manda a quel paese.

I disegni di Gipi ci avvolgono mentre scopriamo una storia gli acquarelli che abbiamo imparato così tanto ad apprezzare, così come la linea nervosa e asciutta che abbiamo scoperto soprattutto Nella Mia Vita Disegnata Male, ma la parte del leone la fanno anche le parole scritte con quel lettering indistinguibile e che ha volte si fa fatica anche a leggere, in grado di colpirci con digressioni inaspettate quanto con dialoghi asciutti ma pieni.

Non resta che ringraziare Gipi, non solo per gli albi che ci regala, ma per il merito – che condivide con pochi altri autori – di lasciare aperte al grande pubblico le porte del fumetto in Italia.