ROMA

La dogana di San Lorenzo, una battaglia per il diritto alla città

Conferenza stampa della campagna “Sdogana“, per salvare l’Ex Dogana e impedire l’ennesima speculazione immobiliare, verso il corteo del 13 dicembre. Leggi “Sdogana la città: una giornata di mobilitazione” della Libera Repubblica di San Lorenzo

È affollatissima la conferenza stampa che la libera repubblica di San Lorenzo ha convocato stamattina davanti ai cancelli dell’ex dogana allo Scalo, a Roma. Tanti i giornalisti e le troupe venuti a scoprire, grazie all’attivazione delle reti sociali del territorio, una verità tenuta ben occultata per anni da amministrazione comunale e speculatori. Tantissimi i cittadini che insieme agli spazi sociali e alle associazioni del quartiere hanno dato il via alla campagna Sdogana, contro la demolizione di questo pezzo pregiatissimo di archeologia industriale nel cuore di Roma e contro l’imponente progetto speculativo che vuole abbattersi su San Lorenzo.

La prospettiva è quella di fare delle migliaia di metri quadri dell’Ex Dogana un grande centro commerciale e residenze di lusso. Proprio quello che non serve a un quartiere già strozzato da affitti insostenibili e dall’impennata dei prezzi degli immobili sia commerciali che residenziali. Il quartiere ha risposto immediatamente all’appello: la petizione contro l’abbattimento e la demolizione della Dogana in pochi giorni ha già raccolto centinaia di firme (è possibile sottoscrivere sia on line su www.sdogana.it sia nei diversi spazi sociali del quartiere – Communia, ESC Atelier, Nuovo Cinema Palazzo).

Intanto ci si è ridati appuntamento per le due giornate di mobilitazione in calendario nell’ambito della settimana dell’autogestione promossa dalla rete per il diritto alla città (dal 22 al 30 novembre iniziative per la cultura indipendente, l’autogoverno e il mutuo soccorso diffuse sul territorio romano): domani 22 novembre la LRSL sarà di nuovo davanti e dentro la EX Dogana nella serata conclusiva della mostra attualmente in corso per una azione di comunicazione e informazione. Per impedire che con la mostra si chiuda definitivamente il sipario su questo spazio. Mentre il 29 novembre l’appuntamento è a via De Lollis dove si lotta per la costruzione della piscina popolare in alternativa ai parcheggi per l’università e per la tutela e la fruibilità pubblica dei reperti rinvenuti dell’antica via Tiburtina.

Ma il progetto di “rigenerazione” della ex Dogana non interessa semplicemente San Lorenzo: è un piano di trasformazione di rilevanza urbana che prova a riaffermare ulteriormente la supremazia della rendita immobiliare sugli interessi della città pubblica. E lo si può ricostruire nel dossier presentato oggi che indaga il processo e le finalità della compravendita che hanno caratterizzato il percorso proprietario di questo luogo.

Ed è per questo motivo che la battaglia contro la demolizione si colloca nel quadro più ampio delle mobilitazioni per il diritto alla città che convergeranno nel corteo in programma per il prossimo 13 dicembre e che attraverserà Roma dal centro alla periferia.

Le manovre speculative che stanno interessando San Lorenzo sono emblematiche di processi che riguardano tutta la città e che parlano di dismissione del patrimonio e dei servizi pubblici sotto il ricatto del debito e della messa a profitto da parte dei privati di ogni aspetto dell’ambito urbano, dal suolo ai servizi, ai beni comuni alla cultura. Parlano di assenza di investimenti e di politiche sulla casa, sul piccolo commercio, sul sociale. Parlano di nessun sostegno ai processi di democrazia e di autogoverno. Se questa è l’unica risposta all’inasprirsi della crisi l’unica possibilità è superare la frammentazione, costruire reti larghe e solidali contro l’impoverimento e la rapina di ciò che è comune, a partire dai territori.

Chi soffia sul fuoco della guerra tra poveri vuole intenzionalmente distogliere l’attenzione dalle cause vere del disagio e dai suoi responsabili. Quello che molti chiamano degrado in realtà si chiama impoverimento, privatizzazione, rapina di beni e risorse comuni, speculazione, cancellazione di diritti e garanzie. Stamattina a San Lorenzo, come a Centocelle ieri sera con i Gap, si cominciano a individuare i veri responsabili, a chiamarli per nome. Perché non è di capri espiatori che abbiamo bisogno, ma di invertire la tendenza: Roma è di tutt*, riprendiamocela!