ROMA

Roma vuole cambiare, in centinaia al Campidoglio

Roma vuole cambiare, e ieri centinaia di persone sono andate nella piazza del Campidoglio per fare un’assemblea che fosse esempio di democrazia reale. La giunta ha ignorato quanto stava accadendo sulle gradinate: davvero l’amministrazione a 5 stelle è diversa dalle altre? Perché il suo ignorare le persone che la città la abitano, sembra in continuità con quelle dei partiti passati.

In centinaia hanno risposto all’appello lanciato in rete con lo slogan: Roma vuole cambiare. Sul manifesto affisso in migliaia di copie negli ultimi giorni campeggia un orologio. “Il tempo sta scadendo, Roma ha bisogno di cambiare e in fretta“. L’assemblea si svolge sulle gradinate del Campidoglio, perché la giunta nega la sala ad un’iniziativa percepita come ostile. Interviene la piattaforma sul debito di Decide Roma: “Fare l’audit sul debito della Capitale vuol dire rompere le regole imposte dal governo.”. Gli va dietro la Carovana delle Periferie: “O si cambia nella gestione della città, rispetto al Pd, oppure dove sta la differenza?”. In prima linea gli spazi sociali: “Sono mesi che chiediamo moratoria degli sfratti e degli sgomberi, assieme ad un processo partecipato per una nuova delibera“. C’è anche il Corto Circuito, che dopo l’incendio sta ricostruendo lo spazio con un’iniziativa di crowdfunding nonostante sia sotto sgombero da mesi.

All’assemblea partecipano anche i comitati territoriali contro le discariche, i comitati di quartiere che chiedono più investimenti nelle periferie e si oppongono ai piani di zona. C’è tutto quel terreno di associazioni e piccole realtà che si è messo insieme nei mesi di mobilitazione contro gli sgomberi degli spazi comunali, seguito all’approvazione della delibera 140. Un tessuto variegato e combattivo che, dopo la manifestazione che in marzo scorso portò in piazza ventimila persone, si è organizzato nei territori, lavorando in rete con Barcelona en Comù e Massa Critica, nel segno di un nuovo municipalismo.

L’intervento della rete #iodecido è fra i più applauditi. Dalla denuncia della chiusura dei centri antiviolenza, all’assenza di un piano locale e nazionale di intervento. “Sabato ci sarà una grande assemblea nella facoltà di Psicologia verso la manifestazione nazionale del 26 novembre, contro la violenza di genere.” L’invito a partecipare è rivolto a tutti, perché la violenza si combatte “dal basso, a partire dai territori”.

In chiusura si legge il documento finale: “Per chi ha partecipato oggi in piazza del Campidoglio, “cambiare” non significa entrare al posto di qualcun altro nelle stanze dei bottoni ma rompere decisamente con i principi che hanno determinato fino ad oggi il governo di questa città: cambiare significa rifiutare i vincoli imposti dal patto di stabilità, praticare immediatamente un audit pubblico del debito pubblico di Roma (8,6 mld di cui non si conoscono più neanche i creditori), fermare ogni privatizzazione in corso o annunciata dei servizi essenziali di questa città”. L’appuntamento è per Martedì 18 ottobre, al Nuovo Cinema Palazzo, per una nuova assemblea. Roma vuole cambiare, questo è poco ma sicuro.