ROMA

Roma, 8 marzo: cinque piazze la mattina, 20.000 in corteo il pomeriggio

Picchetti, sit-in, assemblee in piazza, nelle scuole e all’università la mattina e poi un corteo enorme il pomeriggio hanno scandito la giornata di protesta nella capitale. Città completamente paralizzata, con traffico in tilt anche grazie allo sciopero dei mezzi pubblici. Foto e video delle mobilitazione.
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Oltre ogni aspettativa, circa 20.000 persone hanno partecipato ieri al corteo cittadino organizzato dalla rete Non Una Di Meno, a chisura di un’incredibile giornata di mobilitazione. Mentre arrivavano foto e notizie dalla centinaia di piazze degli altri 40 paesi aderenti alla protesta e dalle tantissime mobilitazioni italiane (dalle metropoli alle città più piccole), il corteo romano si è mosso dal Colosseo verso piazza San Cosimato intorno alle 17.30. Un fiume fuchsia e nero aperto dallo striscione “Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo”. Dal camion si sono susseguiti gli interventi delle donne della rete organizzatrice, dei centri sociali, dei centri antiviolenza, dei collettivi transfemministi e queer e delle tante vertenze lavorative presenti in piazza. Denuncia della violenza maschile come fenomeno strutturale; riappropriazione dello sciopero come strumento di lotta da praticare dal basso; richieste di percorsi di formazione di genere nelle scuole e di tutela dei diritti delle donne sui posti di lavoro, nelle strade, negli ospedali e nelle farmacie; rivendicazione di reddito e diritti sociali; rifiuto delle politiche migratorie e della violenza di confini, frontiere e centri di detenzione. Questi alcuni dei temi sollevati dalla mobilitazione.

La giornata di ieri ha segnato anche una risposta incredibilmente diffusa e di massa ai tanti che, in modo o nell’altro, hanno ostacolato o provato a delegittimare la protesta. Ai sindacati che hanno scelto di non indire lo sciopero e a quelli che ne hanno addirittura intralciato. A quei tanti uomini che di questa protesta hanno sorriso, o che l’hanno commentata con sufficienza sui social. Agli editorialisti dei principali quotidiani nazionali (quasi sempre uomini), che nei giorni scorsi e poi questa mattina hanno utilizzato le loro penne per attaccare la mobilitazione delle donne.


A Roma, la protesta de #LottoMarzo era iniziata già alle 8 di mattina, con il presidio della lavoratrici e dei lavoratori di AlmaViva. Davanti alla sede dell’azienda, con lo slogan “Non una di meno, nessuna da sola”, alcune centinaia, tra ex-dipendenti e attiviste solidali, hanno protestato contro i recenti licenziamenti. Cori, cartelli e interventi hanno ribadito il concetto “se le nostre vite non valgono, #noiscioperiamo”.

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Dalle 9, invece, tante insegnanti in sciopero si sono riunite in piazza San Cosimato per rivendicare una scuola laica, antisessista e aperta ai percorsi di genere. “Scuola libera tutt*” lo slogan delle manifestanti, che hanno protestato anche contro precarietà e lavoro gratuito, chiedendo l’abolizione della “buona scuola’ di Renzi e dei suoi decreti attuativi. Dopo numerosi intereventi, il presidio si è mosso in corteo, raggiungendo il Ministero della Pubblica Istruzione. E sulle scale del Miur è confluita anche la mobilitazione per gli asili nido, delle educatrici e delle mamme.

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Mattinata intensa anche all’università: facoltà impacchettate dagli studenti per imporre dal basso il blocco della didattica. Poi, assemblea partecipata sulle scale del Rettorato e corteo interno tra i viali e le facoltà de La Sapienza. Diverse centinaia di studenti hanno partecipato alla mobilitazione, improvvisando anche un corteo spontaneo che si è diretto al CNR e poi ha girato intorno alla città universitaria. Università e ricerca libere e accessibili, tutela dei diritti delle studentesse e garanzia dell’accesso al welfare e alla sanità, alcune delle rivendicazioni portate in piazza.

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Almeno cinquecento persone hanno protestato invece sotto il palazzo della Regione Lazio. Dal comunicato della Rete Non Una Di Meno:

“La Piazza dal titolo “libere di scegliere, pronte a reagire!” ha visto convergere le vertenze delle operatrici socio-sanitarie del privato convenzionato e delle esternalizzate della sanità pubblica, i centri antiviolenza e tutte le rivendicazioni che riguardano la salute, l’autodeterminazione e la libertà di scelta. Una delegazione di NON UNA DI MENO è stata ricevuta da rappresentanti delle cabine di regia della salute e contro la violenza sulle donne, dalla consigliera Marta Bonafoni, dalla segreteria dell’assessora al lavoro e alle pari opportunità Lucia Valente. L’incontro è stato l’occasione per aprire un primo confronto sui temi della tutela dei diritti del lavoro in ambito sanitario, salute e centri antiviolenza. La richiesta della delegazione è stata quella di aprire tavoli specifici in cui approfondire le questioni accennate e aprire un’interlocuzione nel merito delle diverse istanze presentate. Per il 24 e il 27 marzo verranno calendarizzati i tavoli per quanto riguarda i temi della salute e dei centri antiviolenza”.

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Durante tutta la mattinata moltissimi asili nido, scuole e facoltà universitarie sono rimaste chiuse. Alta l’adesione allo sciopero anche nel settore dei trasporti: metro, bus e treni fermi hanno mandato in tilt il traffico della capitale.

Dalle 17 corteo dal Colosseo a piazza San Cosimato: “Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!”. Qui la mappa del corteo, che attraverserà diversi luoghi simbolici in richiamo ai tavoli tematici del percorso Non Una Di Meno.