MONDO

Roma, 3 mila in piazza mentre esplodono le piazze palestinesi

Giovedì 24 luglio, a Roma, è partita da piazza Vittorio una grande manifestazione in solidarietà con gli abitanti di Gaza che, ormai da un venti giorni, sono sotto continuo attacco dal cielo e da terra dall’esercito isrealiano.

Insieme alla comunità palestinese, più di 3mila persone sono arrivate in corteo fino al quartiere di San Lorenzo per comunicare alla città ciò che sta realmente accadendo in questi giorni a Gaza. Tutto questo nonostante i mass media continuino a cercare di nascondere, in modo più o meno velato, l’efferatezza e la crudeltà degli attacchi dell’esercito israeliano contro dei civili inermi.

Le centinaia di bandiere palestinesi che svettavano su tutto il corteo, sono state una risposta forte e chiara per chi vuole fare di quella palestinese una lotta isolata e marginale. Le 3mila persone scese in piazza ieri a fianco della resistenza in atto oggi a Gaza, hanno dimostrato che, nonostante il silenzio e l’immobilità dei potenti della terra, ennesima vergogna della comunità internazionale, sono in tanti e tante a supportare e a dare voce, nel resto del mondo, alla dignità e alla lotta del popolo palestinese.

Proprio questa notte, un’imponente manifestazione di decine di migliaia di persone ha provato da Ramallah a raggiungere Gerusalemme, passando per il check point di Qalandiya. Immediata è stata la risposta dell’esercito israeliano che ha subito aperto il fuoco sulle persone, uccidendone due e ferendone molti altri. Questo non ha però messo in fuga il corteo che, anzi, durante la notte è riuscito ad abbattere più parti del muro della vergogna. Le proteste si sono subito estese anche in altre città, come a Nablus, dove è di pochi minuti fa la notizia che, anche qui, l’esercito israeliano ha aperto il fuoco contro i civili.

Intanto i mezzi d’informazione nazionali cercano in ogni modo di far passare Israele come lo Stato che cerca la pace mentre dalla Palestina continuano a lanciare i razzi. Viene da chiedersi: qual’è la pace che vuole Israele? La pace per poter continuare a mantenere in tranquillità Gaza sotto assedio? La pace per poter continuare ad arrestare impunemente e a far marcire nelle proprie prigioni i bambini palestinesi? È l’insegnare ai propri figli a scrivere “from Israel with love” sui missili che andranno a colpire qualche obiettivo sensibile a Gaza, come scuole e ospedali?

La pace degli ipocriti potrà sicuramente andare bene al governo Renzi (che si è astenuto di fronte alla richiesta palestinese all’Onu di avviare una commissione d’inchiesta sulla violazione dei diritti umani da parte d’Israele) e alla comunità internazionale. Ma finché Israele sarà guidata dalla logica dell’apartheid e dell’occupazione, incontrerà sempre la resistenza e la dignità di quelle persone che, proprio in questo momento, stanno continuando a combattere per la propria esistenza. Una resistenza che, come hanno dimostrato i numerosi cortei e le azioni di solidarietà avutesi in tutto il mondo nelle ultime settimane, avrà sempre il supporto di centinaia di migliaia di uomini e donne che non hanno paura a scendere in piazza per dare voce alla lotta del popolo palestinese.