ROMA

Presidio al San Camillo per la libertà di scelta delle donne

Venerdì 23 giugno, in concomitanza con il concorso per il nuovo Direttore del reparto di ginecologia ed ostetricia, presidio al San Camillo per l’autodeterminazione delle donne e contro le ingerenze religiose negli ospedali pubblici.

Venerdì 23 giugno si terrà la seconda edizione del concorso per la nomina del nuovo Direttore del Reparto di ginecologia e ostetricia presso l’Ospedale San Camillo, centro regionale di riferimento per l’applicazione della Legge 194/78, che permette l’Interruzione Volontaria di Gravidanza.

Il San Camillo è sempre stato un luogo storico sia per gli aborti del primo che per quelli del secondo trimestre. Fino dall’approvazione della Legge, nei suoi primi passi, quest’Ospedale è stato un importante e qualificato luogo di accoglienza per le donne e per i Consultori di tutta la Regione.

Nella precedente edizione del concorso, poi invalidata per un ricorso e a cui eravamo presenti, fu nominata una dottoressa proveniente dal Policlinico Gemelli, nonostante siano chiare ed evidenti le ostilità dei ginecologi confessionali all’applicazione della Legge e quindi all’autodeterminazione e alla libertà di scelta delle donne.

Nel Lazio sono già diretti da ginecologi confessionali e quindi obiettori di coscienza i reparti di ginecologia degli Ospedali di Frosinone (dove non si applica affatto la Legge 194/78), di Viterbo, del San Giovanni, del Policlinico Universitario della Sapienza (con ovvie ricadute sulla didattica), del Policlinico Casilino, senza ovviamente citare i reparti di maternità degli Ospedali cattolici (Policlinico Gemelli, Villa San Pietro, Fatebenefratelli) e di quelli convenzionati (Santa Famiglia, Città di Roma, Villa Pia) in cui non si applica la Legge 194/78.

Questi pochi dati riescono a spiegare chiaramente perché nel Lazio la percentuale di medici obiettori di coscienza, che non applicano la legge 194 e che si rifiutano di praticare aborti, sia di oltre l’80%, rendendo difficilissimo, a volte impossibile, accedere a questo servizio.

Dopo un anno in cui donne e soggetti lgbtqi si sono mobilitat* in tutto il mondo contro la violenza maschile in tutte le sue forme con le parole d’ordine “Ni una menos”- Non una di meno, il 23 giugno torneremo a manifestare: saremo dalle ore 9 sotto la Direzione del San Camillo a gridare ancora una volta che sui nostri corpi e sulle nostre vite decidiamo noi, perché l’obiezione di coscienza negli ospedali è violenza sui corpi delle donne e segno inequivocabile di illegalità della struttura.

Non lasceremo che gli spazi per la cura ed il benessere delle donne siano colonizzati dall’obiezione di coscienza e dai movimenti pro-life.

Vieni a pretendere insieme a noi che per il reparto di ginecologia del San Camillo le donne possano continuare a contare su una Direzione laica, che rispetti in pieno la loro libertà di scelta.