PRECARIETÀ

Piazza piena a Montecitorio, sulla salute non si scherza!

Ieri a Roma, in piazza Montecitorio, migliaia di studenti e studentesse di Medicina di molte Facoltà sparse per tutta Italia. Accenti meridionali si mischiavano nei cori ai meneghini, la calata romana assieme alla bolognese. Eravamo in piazza per un motivo molto semplice: richiedere un finanziamento ulteriore per i contratti formazione specialistica, le borse di specializzazione, attualmente disponibili solo per meno di un terzo dei neolaureati che proveranno il test.

Molti, non soltanto noi, già prima di entrare in quella piazza ci siamo resi conto che non si può parlare di questo senza fare un ragionamento complessivo sul sistema sanitario di oggi. Partendo dal taglio delle borse di specializzazione (1200 in meno quest’anno) va allargato il discorso: in quanto questo taglio, sommato all’alto tasso di pensionamenti medici, determinerà un calo del numero dei medici di circa 18000 unità in 10 anni, che il blocco del turn over , i tagli in spending review non permetteranno di rimpiazzare. La risposta che si dà è che i medici in Italia già ci sono e sono troppi (4,2 ogni mille abitanti), ma noi rispondiamo: quanti di questi lavorano nel SSN, cioè in una sanità davvero pubblica? Solo 1,83 ogni mille abitanti. Se poi i conti li si fa sui posti letto e i posti letto continuano a essere tagliati è ovvio che questo giochetto non può continuare! E’ dunque chiaro come il taglio delle borse di specializzazione sia perfettamente conforme al disegno di smantellamento del sistema sanitario italiano in atto: ricordiamo che nel 2012 9 milioni di cittadini hanno rinunciato alle cure per motivi economici. In piazza oggi eravamo dunque anche con questo obiettivo: gridare a tutte e tutti che o si investe e si fanno riforme strutturali, sulla formazione con aumento delle borse e reale miglioramento della formazione medica, e sulla sanità oppure la salute diverrà un miraggio per ancora più persone di quante già oggi non riescono ad avervi un completo accesso.

La risposta del Palazzo è stata per molte ore un silenzio assordante. Erano attesi diversi parlamentari e anche l’ex ministro Carrozza, ma soltanto l’onorevole Crimì, sensibile da tempo alla questione e che ha proposto di sanare la follia dell’aumento della durata delle scuole di specializzazione (da 4 a 5 anni) decisa con decreto 7 anni fa senza la copertura economica necessaria. Scendendo da Montecitorio, ha trovato una piazza avida di notizie – e sopratutto carica di proposte – e stanca di ricevere soltanto vaghe promesse e nessuna risposta certa; c’è un’ interrogazione parlamentare, ci si sta provando. Alla richiesta di spiegazioni sul come mai si tende ad investire sempre di meno sulla salute e sulla formazione si fa un po’ spallucce. Insomma, se non è un pugno di mosche, è decisamente troppo poco!

Eppure non ci sentiamo tristi, infelici o sconfitti. Perchè abbiamo imparato, e non certo da oggi, che affidarsi solo a chi sta in quel palazzo non ci risolve i problemi, che la soluzione non arriverà da lì dentro, se non siamo noi ad essere determinati, a partecipare, a “creare un problema” dentro questo Paese con la nostra partecipazione consapevole.I diritti si strappano, una formazione degna va conquistata, così come ogni giorno lo facciamo in corsia.

Allora, ci si potrà chiedere, perchè andare a Montecitorio? Rispondiamo, per incontrarci, guardare negli occhi chi vive e soffre la stessa precarietà da Roma a Milano, da Padova a Salerno, da Bologna a Bari e capire che non siamo soli, e che tutti e tutte insieme possiamo costruire un movimento largo e ampio che sappia strappare allo stato e alle regioni i fondi necessari per le borse e costruire i presupposti per un concreto cambiamento della formazione medica e del sistema sanitario tutto.

Da dove cominciare? Uno dei passi più importanti l’abbiamo sicuramente fatto oggi: scambiarsi contatti, conoscersi e confrontarsi, con l’obiettivo di dar vita ad un percorso che già da settimane nelle città di Roma, Pisa, Torino, Bologna si sta dando. Un prossimo passo, a nostro avviso cruciale, sarà la giornata dell’8 Aprile: una giornata in cui al Policlinico saremo di nuovo protagonisti di un flashmob, come di certo accadrà in molte altre città, nell’ambito della campagna #sullasalutenonsischerza.

E sicuramente non ci fermeremo, fino a che questi obiettivi non verranno ottenuti. Oggi l’assenza di tanti interlocutori ha provato a scoraggiarci, a fermarci, ma non ci siete di certo riusciti. Anzi, d’ora in poi daremo battaglia al governo e se sarà necessario ad ogni Regione affinchè si impegnino a investire sul nostro futuro, sulla nostra formazione, sulla nostra salute!

Follow the white coat…!

#SullaSaluteNonSiScherza