TERRITORI

Perquisizioni e misure cautelari a Padova per lo sciopero sociale del #14N

Misure cautelari nei confronti di cinque compagni del Pedro e del Bios Lab per lo sciopero sociale del 14 novembre: tre obblighi di permanenza nel comune di residenza, un obbligo di dimora e un arresto domiciliare.

Quel giorno studenti, precari e partite Iva, disoccupati, sono scesi in piazza per contestare il Jobs Act voluto fortemente dal governo Renzi: una riforma del lavoro che va definitivamente a smantellare i diritti conquistati con le lotte dei lavoratori, non solo eliminando l’articolo 18, ma anche rendendo di fatto le aziende onnipotenti e intoccabili, e i propri dipendenti, di conseguenza, ricattabili e immersi in una situazione di precarietà perenne. Una grande giornata di lotta si è dispiegata in Italia e in Europa quel giorno, dove gli “strikers”, nonostante le grandi difficoltà imposte dalla propria condizione lavorativa che spesso non consente di scioperare, hanno voluto prendere parola per ribadire la propria contrarietà a questo governo in cui nessuno ha mai creduto.

I capi d’accusa contestati sono lesioni, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, il che fa un po’ sorridere considerando la violenza delle cariche che le forze dell’ordine hanno messo in campo quel giorno. Diversi ragazzi furono feriti, soprattutto alla testa, e dovettero ricorrere alle cure dei sanitari.

Il laboratorio per lo sciopero sociale, Padova città aperta, ha indetto una conferenza stampa per le 13.30 sul Liston e un presidio per le 18.30 in piazza Antenore.

Di seguito il comunicato del laboratorio per lo sciopero sociale, Padova città aperta.

La libertà di movimento è sotto un attacco strategico. A Padova cinque attivisti del CSO Pedro, Bios Lab e del Coordinamento Studenti Medi sono stati perquisiti in primissima mattinata, ricevendo la notifica di quattro obblighi di dimora e un arresto domiciliare.

A pochi giorni dalla sentenza No Tav, che ha ribadito lo stato di guerra costruito dai poteri congiunti politici, giudiziari e polizieschi, vediamo confermarsi l’atteggiamento riservato ai percorsi e ai momenti di conflitto sociale in Italia. Nella città patavina questo clima si unisce all’ormai noiosa retorica allarmista che alcuni esponenti dei partiti politici locali, della magistratura e delle forze di polizia, tutta volta a riesumare lo spettro del ritorno degli anni Settanta e della violenza politica. La sproporzione tra pene e reati, l’assunzione della colpevolezza nel dare pesanti misure preventive, dunque senza alcun dibattimento, l’allontanamento forzato degli attivisti da Padova, è indice della sordità che le istituzioni hanno nei confronti delle problematiche e rivendicazioni sociali che la città esprime. Ed anche della tensione che si vuole creare identificando gli attivisti come un problema di sicurezza e di ordine pubblico della città: l’obiettivo è minare la possibilità di un cambiamento radicale, mettendo a tacere e bandendo qualsiasi voce di dissenso.

Non era forse questo ciò che hanno gridato a gran voce le centinaia di partecipanti al corteo del 14 novembre? Non era forse la contrarietà alla riforma del lavoro peggiore – il Jobs Act – che sia mai stata approvata negli ultimi decenni? A Padova come in tantissime altre piazze italiane, questo desiderio di migliori condizioni di vita, possibilità, reddito e diritti ha fatto scendere per le strade le centinaia di migliaia di strikers, protagonisti dello sciopero sociale. In un’Europa scossa da venti di cambiamento istituzionali, i partiti e le istituzioni nostrane che esultano per le vittorie elettorali altrui si dimostrano ancora una volta quello che sono: riproduzione del loro potere, chiusura totale nei confronti delle istanze sociali che costruiscono quotidianamente un modo diverso di vivere la città, che parli il linguaggio delle lotte e dei diritti.

Liberi tutti. Per una Padova libera e aperta ai movimenti che la abitano, per una trasformazione del diritto affinché non sia uso e strumento del più forte, ma certezza e garanzia di difesa di chi diritti non ne ha. La libertà di movimento non si misura, men che meno con le operazioni repressive da parte di chi mira a restringerla sempre di più.

Un’ultima cosa la vogliamo dire a chi tenta con questi strumenti di fare paura chi si mette in gioco in prima persona per trasformare le vite dei troppi che non un futuro: le vostre intimidazioni non ci fanno paura e anzi, ci convincono che stiamo percorrendo la strada giusta, rafforzano la nostra voce e moltiplicano il nostro bisogno insopprimibile di lottare per la nostra libertà!

Alle ore 13.30 conferenza stampa sul Liston e alle ore 18.00 presidio in P.zza Antenore.

Non ci fermerete mai!

Il #14N c’eravamo tutti! La libertà non si misura!

Cesko, Luca, Luca, Giorgio e Federico… liberi! Liberi tutti!

Padova città aperta – Laboratorio per lo sciopero sociale

Leggi il comunicato del Laboratorio romano per lo sciopero sociale in solidarietà con Padova

Perquisizioni e misure cautelari a Padova per lo scorso 14N#, giornata di sciopero sociale

Questa mattina all’alba sono scattate a Padova perquisizioni e misure cautelari per cinque attivisti, in riferimento ai fatti dello scorso 14 Novembre, giornata di sciopero sociale e generale in tutto il paese. Il #14N ha rappresentato in tutta Italia una prova determinata di opposizione al governo Renzi e alle sue riforme, prime tra tutte il Jobs Act, la Buona Scuola e lo Sblocca Italia. Un percorso aperto, che ha scommesso sull’immaginazione comune di campagne, vertenze, reti di mutualismo sociale e sindacale, costruzione di cortei, blocchi, picchetti, street parades e iniziative in più di 60 città italiane. E’ stato uno sciopero di 24 ore perché tanto durano lo sfruttamento e il ricatto della precarietà e del lavoro miserabile e sottopagato, è stato uno sciopero di 24 ore per permettere a tutt* di essere insieme nelle piazze e sotto i luoghi di lavoro, di essere insieme quando lo scopo preciso è dividere, isolare, cancellare diritti e dignità.

A Padova quel giorno il corteo ha deciso di continuare selvaggiamente il suo percorso di blocco della mobilità e dei flussi produttivi, venendo caricato violentemente e in maniera scomposta all’imbocco di via Beato Pellegrino. A seguito di questi fatti, a più di due mesi di distanza, sono scattate le misure cautelari, che prevedono un arresto domiciliare e quattro obblighi di dimora. Un chiaro tentativo di criminalizzare l’opposizione, sacrosanta e necessaria, a questo governo e alle sue riforme. Come Laboratorio romano per lo sciopero sociale esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza ai ragazzi colpiti da queste misure inaccettabili. D’altra parte siamo sicuri che ciò non fermerà sicuramente chi, come noi, sta tentando di costruire nuove reti e alleanze sociali, spazi ibridi che rivendicano reddito, salario minimo, diritti contro lo sfruttamento e la precarietà. Il 14N# non è stato che l’inizio e tanta strada c’è da fare, a partire dal prossimo Strike Meeting a Roma, il 13/14/15 Febbraio, dove ci ritroveremo di nuovo in tante e tanti, così come tutt* eravamo in piazza il 14 di Novembre.

Cesko, Luca, Luca, Giorgio, Fede liberi! Liberi tutt*!

Laboratorio romano per lo Sciopero Sociale