ROMA

Manifestazione a Cinecittà: ripreso il Corto Circuito

Migliaia nelle strade di Cinecittà in risposta all’operazione di polizia della mattina, assemblea popolare nello spazio sociale per decidere le prossime tappe di mobilitazione
Il Corto Circuito: lo sgombero è un atto politico

Tantissime persone hanno risposto nel pomeriggio all’appello lanciato dagli attivisti del Corto Circuito dopo il sequesto del centro sociale avvenuto questa mattina. L’appuntamento del pomeriggio in piazza dei Cavalieri si è rapidamente trasformato in un corteo che ha attraversato le strade del quartiere Cinecittà bloccando per protesta viale Palmiro Togliatti e via Tuscolana. L’ordinanza della magistratura eseguita stamani riguarda la tensostruttura che ospitava la cucina e la parte ricostruita durante l’estate grazie ad una massiccia campagna di crowfunding, che aveva incassato l’appoggio e la solidarietà del quartiere e della cittadinanza romana. Si tratta di fatto di una marcia indietro della magistratura rispetto alle voci che giravano questa mattina, di un sequestro generale del centro sociale. La custodia dell’area sequestrata è stata affidata al Comune di Roma.

Il corteo, partecipato da circa tremila persone, dopo aver attraversato alcune delle strade più importanti della zona e aver comunicato con gli abitanti del quartiere i fatti della mattina, ha raggiunto il Corto Circuito, dove avrà luogo un’assemblea per decidere le prossime tappe della mobilitazione. In piazza anche gli attivisti della rete Decide Roma, la Carovana delle Periferie, i sindacati di base e le tante reti di associazioni e spazi che in questi mesi si stanno mobilitando per la difesa degli spazi sociali e dei Beni Comuni urbani.

Le operazioni di sequestro sono andate avanti per tutta la mattinata. Numerosi blindati sono accorsi sul posto e l’intera zona è stata sigillata, tanto che non è stato possibile avvicinarsi.

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Oltre ai blindati, la polizia ha usato anche una ruspa, sembra per portare via i materiali con cui si stava ricostruendo da quest’estate il padiglione andato a fuoco tempo fa. Il motivo del sequestro, disposto dalla magistratura, sembra essere la rottura dei sigilli da parte del Corto Circuito e della ricostruzione della parte di edificio andata a fuoco nel 2012 e che gli attivisti, aiutati da tante persone di Roma e del quartiere, stavano ricostruendo in modo ecosostenibile. Secondo motivo della disposizione del sequestro giudiziario è la presunta abusività della parte ricostruita: la polizia ha infatti portato via i materiali che si stavano usando per la ricostruzione, e sembra (ma non c’è ancora conferma ufficiale) che vogliano smantellare anche la parte di edificio già sistemata. Molte persone del quartiere sono accorse al Corto Circuito e la polizia ha schierato la celere per non farli passare: addirittura sul posto sono stati portati gli idranti.

Il Corto Circuito è stato occupato nel 1990 a Cinecittà, in uno di quei quartieri periferici di Roma dove non c’è assolutamente nulla. Perché bisogna dirlo, le periferie della capitale non offrono nessun servizio a quelli che sono considerati cittadini di serie b dalle istituzioni: un deserto, insomma. Il Corto Circuito aveva rotto questo grigiore, costruendo insieme agli abitanti del quartiere nel corso degli anni una palestra, un’osteria, una scuola: tutte cose che nella zona mancavano, e che davano un po’ di calore a tutte quelle persone che abitano nella zona sud di Roma.

Da quest’estate gli attivisti del Corto Circuito, aiutati da molte persone che hanno voluto dare una mano, avevano iniziato a ricostruire parte dell’edificio distrutto nel 2012 a causa di un incendio – per uno strano scherzo del destino causato proprio da un corto circuito – in modo ecosostenibile. I lavori, necessari, non sono mai stati autorizzati dagli Uffici del Patrimonio di Roma – la Corte dei Conti gli aveva chiesto prima 600mila euro – ma sono partiti lo stesso data la necessità urgente e il bel progetto nato intorno al “nuovo” Corto Circuito.

Lo sgombero del Corto Circuito arriva dopo anni di battaglie e bastoni tra le ruote da parte di Questura e istituzioni: allo spazio erano stati messi i sigilli per il sequestro ben quattro volte. Sigilli che erano stati ogni volta levati dai cittadini che volevano riappropriarsi di quello spazio. Che resiste dal 1990 e continuerà a resistere ancora.

Redazionale in continuo aggiornamento