EUROPA

Madrid, il Patio Maravillas rioccupa. La polizia sgombera subito

Solo poche ore dopo l’apertura di un nuovo spazio, intervento della polizia e sgombero per una delle realtà più significative della capitale spagnola.

Il 12 novembre, dopo aver vissuto per più di un anno senza spazio, il collettivo del Patio Maravillas è tornato ad occupare uno spazio abbandonato da dieci anni nel centro di Madrid. Il Patio, prima dello sgombero della sede storica di Calle del Pez, è stato uno spazio polifunzionale fondamentale per la città: un catalizzatore di moltissimi progetti, dall’assemblea di quartiere ai corsi di cucina, dai collettivi per la difesa dei migranti al teatro. Tutti uniti dall’idea che l’autogestione degli spazi e dei quartieri sia un diritto della cittadinanza e una risposta concreta e dal basso alla crisi.

Ma poche ore dopo la nuova occupazione, durante la notte della riapertura, il Patio Maravillas è stato nuovamente sgomberato da un ingente dispositivo poliziesco, che non ha neppure atteso un’ordinanza giudiziaria per agire. Anche la manifestazione di solidarietà convocata per ieri pomeriggio in solidarietà con gli attivisti è stata circondata e non è stata fatta partire da decine di poliziotti in tenuta antisommossa. È evidente che, come scrivono gli attivisti del collettivo nel comunicato che pubblichiamo di seguito, i poteri economici e politici che gestiscono la città «non possono permettersi che ci uniamo, pensiamo collettivamente e ci organizziamo, perché così saremmo più forti per affrontarli in una battaglia che sanno che possiamo vincere». E quindi agiscono con violenza.

Agli e alle attiviste del Patio Maravillas va tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza, certi che la città di Madrid avrà di nuovo molto presto un luogo in cui «sentirsi in comune».

NUNCA MAS UN MADRID SIN PATIO!

 

DIFENDERE IL PATIO È DIFENDERE MADRID

 

“Quién controla, quien maneja la bola

cuanto durará el paseo,

quien puede parar las olas.”

 

Ieri (12 novembre ndr) abbiamo aperto lo spazio alla città di Madrid, con il desiderio di riempirlo di vita, attività e collettivi. In questo modo volevamo dare visibilità e risposta alla mancanza totale di spazi sociali e autogestiti che colpisce il centro di Madrid e la città in generale. Per tutto il giorno siete stati in centinaia a venire a darci appoggio, e abbiamo nuovamente sentito nel profondo il senso dell’essere in comune nella città: con tutte voi abbiamo trasformato in tempo record uno spazio abbandonato da anni in uno spazio vivo e abitabile. Per la giornata di ieri vogliamo dire GRAZIE a tutti e tutte voi.

Dopo la mezzanotte, mentre ci preparavamo a passare la serata, 8 camionette della UIP (la Celere ndt) hanno occupato la strada con l’unico obiettivo di sgomberarci con la forza. Abbiamo provato a dialogare con loro dicendo che stavamo da giorni nello spazio e che erano obbligati ad avere l’ordine giudiziario per entrare in un edificio abitato. La risposta è stata chiara: hanno affermato letteralmente che non avevano bisogno del permesso di nessun giudice, avevano l’ordine politico di sgomberare dalla Delegazione del Governo e tanto bastava. Questa risposta segnala un grave arretramento dei diritti civili: il governo di Mariano Rajoy, legittimato dai suoi alleati, utilizza le forze dell’ordine dello Stato come polizia politica, senza alcuna mediazione giudiziaria, senza il legittimo diritto alla difesa, senza nessuna garanzia democratica.

Perchè succede ciò? Crediamo che non sia casuale che negli ultimi mesi nessun centro sociale abbia potuto svilupparsi nella città di Madrid. Crediamo che con questo nuovo governo di «quasi grande coalizione» tra PP e PSOE si apra un nuovo ciclo politico. Un ciclo che pretende continuare a governare per i pochi e approfondire i tagli dei nostri diritti per pagare un debito illegittimo. Un governo che vuole espellerci dallo spazio politico, facendosi passare per il rappresentante dell’ordine e della democrazia e spingendoci al margine delle decisioni che riguardano tutte/i. Però noi non siamo il margine: dal 15M in poi abbiamo dimostrato che la cittadinanza è soggetto e attore della politica di questo paese. Abbiamo dimostrato che abbiamo molto da dire e da difendere. Siamo scesi in strada chiedendo più democrazia, abbiamo difeso la sanità e l’educazione pubblica, reclamando il nostro diritto alla città. Per questo hanno paura di noi. Perchè i centri sociali sono catalizzatori di molte lotte e costruiscono comunità. Non possono permettersi che ci uniamo, che pensiamo collettivamente e ci organizziamo, perchè così saremmo più forti per affrontarli in una battaglia che sanno che possiamo vincere.

I centri sociali come il Patio sono stati e sono fondamentali per questa battaglia per una città che valga la pena di essere vissuta. Non possiamo permetterci una città senza spazi comuni, privatizzata e consegnata al mercato e all’industria del turismo. Crediamo che in questo nuovo ciclo tutte le persone e le istituzioni debbano prendere posizione quanto prima, e ognuna a partire dalla posizione di responsabilità che occupa, che sia nei movimenti sociali o nelle posizioni istituzionali del Comune, che sia nell’Assemblea di Madrid o nel parlamento. A fronte di questa situazione o difendiamo attivamente il diritto alla città e quello della cittadinanza ad autorganizzarsi o staremo appoggiando il governo del PPSOE.

Saremo tutte necessarie e fondamentali nelle strade. È per questo che a partire da oggi inizieremo un processo attraverso il quale accumulare forze e convocare una grande mobilitazione da qui a un mese, una mobilitazione in difesa degli spazi sociali gestiti dai cittadini, in difesa del diritto alla città, in difesa della «alegrìa» contro la tristezza e la rassegnazione nella quale vogliono che viviamo. Questo processo inizia oggi (ieri ndr), in Plaza Dos de Mayo, alle 18.

Difendere il Patio è difendere Madrid