DIRITTI

Lo vogliamo urlare: Stefano Cucchi è stato ucciso dallo Stato

Assolti perché “il fatto non sussiste” dalla Corte di Appello tutti e 12 gli imputati nel processo per la morte di Stefano Cucchi. Lo Stato assolve se stesso, ancora una volta. A noi il compito di scrivere la verità non nelle aule di tribunale ma nelle strade e nella coscienza del paese. E gli agenti di polizia mostrano il dito medio

Stefano Cucchi è morto il 22 ottobre del 2009. Stefano Cucchi quando è morto pesava meno di quaranta chili. Stefano Cucchi quando è morto aveva il corpo coperto di lividi e numerose fratture. Stefano Cucchi è morto mentre era in custodia cautelare in seguito all’arresto per detenzione di sostanze stupefacenti. Stefano Cucchi è stato ammazzato.

È di pochi minuti fa la notizia che tutti i dodici imputati del processo, sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria, sono stati assolti in appello perché “il fatto non sussiste”. “Non è successo niente”, come ha commentato duramente Ilaria Cucchi fuori dal tribunale dopo aver appreso la notizia. Le foto del cadavere martoriato di Stefano, picchiato a sangue prima dell’interrogatorio di garanzia, evidentemente non sono bastate. Ma forse non sarebbero state sufficienti neanche prove video, se ci fossero state, come neanche delle dichiarazioni spontanee, se fossero state rilasciate. Eh si, perché quando alla sbarra degli imputati c’è lo Stato, si sa come vanno a finire i processi. Il muro di omertà e complicità che si erge intorno a chi indossa una divisa, è sempre invalicabile per chi appartiene invece al popolo. Se sei poi un migrante o, meglio ancora, un tossicodipendente, è ancora peggio. Sei già segnato in partenza. Hai già sbagliato, ed è giusto che paghi. Anche con la vita. Dopotutto, lo dice anche il sindacato autonomo di polizia (Sap) nella persona di Gianni Tonelli, suo segretario generale, il quale afferma che “se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze”. Il Sap, ci piace ricordarlo, è quel sindacato che ha più volte difeso gli assassini di Federico Aldrovandi, un ragazzo di diciotto anni ucciso sotto casa da quattro poliziotti, e ai quali ha persino dedicato uno scrosciante applauso durato cinque minuti. Evidentemente, la voglia di “battere le mani” è una caratteristica che sentono comune.

Perciò è normale essere arrestati. Perciò è normale essere picchiati selvaggiamente da persone che non hanno un briciolo d’umanità e che fanno dell’accanirsi sui più deboli, sui poveri, sugli emarginati e sugli esclusi, il loro unico scopo nella vita. Perciò è normale che quando sei visitato da un medico esso faccia finta di non vedere le tue ferite, perché non vuole mettere i bastoni tra le ruote a chi “esercita la giustizia”. Perciò è normale che muori. In fondo, te la sei andata anche un po’ a cercare.

Quella di oggi, è un’altra delle innumerevoli pagine nere da aggiungere ai libri di storia. Ciò che si è voluto comunicare, è che non ci sarà mai giustizia per tutte quelle persone uccise da un membro delle forze dell’ordine. Nel nostro paese esistono cittadini di serie A e di serie B, e non si cerca neanche più di nasconderlo. Come ha detto Ilaria, Stefano oggi è morto per la terza volta. Tra i diti medi alzati con disprezzo dagli agenti di polizia.

L’intervista a Ilaria Cucchi di Patrizio Gonnella e Susanna Marietti subito dopo il pronunciamento della sentenza: