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Istanbul resiste in corteo per Caferaga

Dopo lo sgombero di Caferaga, un corteo serale ha attraversato Kadikoy rilanciando la mobilitazione per riprendersi lo spazio occupato dal forum del quartiere. Leggi anche: Istanbul: la polizia sgombera, Caferaga resiste e qui il comunicato di solidarietà IT-EN.

Ieri sera per le 7.30, dopo lo sgombero avvenuto in mattinata, ci si era dati appuntamento di fronte al Caferaga Mahallevi. Ma ancor prima di quell’orario le persone solidali presenti erano almeno 200. La piccola stradina dove si trova il centro sociale era stracolma di gente che lanciava slogan di resistenza e determinazione al ritmo dei tamburi di una banda di percussionisti di strada.

Dai balconi delle case circostanti in molti subito hanno dimostrato solidarietà alla causa della Mahellevi applaudendo e sbattendo tegami sulle finestre come si faceva durante le proteste per GaziPark.

Per un’ora si è andati avanti alternando discorsi al megafono che cercavano di far capire l’importanza del posto e di ricordare le numerose azioni utili intraprese dal Forum di solidarietà per il quartiere. Perché Mahellevi significa proprio casa del quartiere. E sin dall’occupazione il posto era diventato un punto di riferimento degli abitanti. L’ultimo discorso al megafono chiedeva l’approvazione dell’assemblea per riaprire il centro, per distruggere quegli arroganti sigilli di metallo. La folla ha urlato forte il proprio consenso, così è comparso un flessibile che, con l’aiuto di alcuni solidali, messi a protezione con degli ombrelli per proteggere dalla pioggia di scintille, ha iniziato a rompere i sigilli. Sfortunatamente i blocchi di metallo messi dalla polizia erano esageratamente doppi che non si è riusciti a forzarli.

In contemporanea, arrivavano schiere di poliziotti, che si erano posizionati sui due lati della strada, a chiudere i manifestanti in una stretta claustrofobica. Conoscendo i modi violenti e assassini di tale polizia, una parte delle persone, inizialmente intimorita, ha pensato di abbandonare la protesta ma dopo un po’, gli stessi sono ritornati sui propri passi, e il gruppo di ormai più di 200 persone si ricompattava.

Ad un certo punto è comparsa un’artista, una performer, vestita con un lungo abito rosso, esattamente come quello della ragazza che divenne uno dei simboli più conosciuti della protesta di Gezi Park. Ha iniziato a danzare prima di fronte al centro, accarezzando le sbarre delle finestre quasi a consolarle per l’inconveniente. Subito dopo con uno scatto, la ragazza si è diretta verso la polizia trascinando con se la folla. Ci si è fermati proprio di fronte alle forze dell’ordine, che inizialmente spiazzate, hanno indossato velocemente i caschi, classica mossa per cercare di spaventare le persone. Ma subito dopo ancora più spiazzati i poliziotti hanno fatto dietro front di fronte alla folla danzante. L’entusiasmo dopo questa scena ha contagiato tutti. Da lì un corteo spontaneo è partito per le vie del quartiere che, ogni 500 metri, si fermava per attirare l’attenzione delle persone in casa per spiegargli il perché di tanta gioiosa confusione. La risposta delle persone dall’alto dei balconi è stata di una commovente solidarietà. E in tutto ciò la polizia non c’era più. Sparita.

I prossimi appuntamenti saranno resi noti tramite social networks. Perché da quello che è successo ieri sera, ancora di più, si capisce che questo è solo l’inizio, la lotta continua.

Bu daha başlangıç, mücadeleye devam.

Guarda le foto da twitter @direncaferaga