DIRITTI

Io sto con Camilla! Se toccano una toccano tutte

Venerdì 28 Luglio a Napoli, manifestazione in solidarietà di Camilla e per denunciare i numerosi episodi di violenza degli ultimi giorni.

Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza perpetrata da tre uomini nei confronti di una donna, Camilla, che nella notte di lunedì scorso, a Napoli nella zona di Chiaia è stata aggredita in modo vile da tre balordi che nel buio dell’androne di un palazzo hanno deciso di abusare di lei, alle cui urla, passate inascoltate dalla gran parte del vicinato, è intervenuto soltanto un ragazzo per soccorrerla. Questo riesce a interrompere quella violenza e la vive anche su di se, in quanto rifiuta di appartenere a quel cameratismo maschilista e violento, frutto di una cultura patriarcale incancrenita, cosi gli aggressori si arrogano il diritto di dirgli di essere un ‘ricchione’.

Un episodio gravissimo e a pochi giorni di distanza da un’altro caso di abuso vissuto da una ragazzina che è stata violentata a Marechiaro – in pieno giorno, su una delle spiagge più affollate di Napoli – da un gruppo di coetanei. Ci sembra necessario non lasciare da sola Camilla e chi come lei ha deciso di rompere la gabbia del silenzio per dire a voce alta le violenze subite. Vogliamo esprimere con forza tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno a questa loro presa di parola! SENZA SE E SENZA MA! Sentiamo l’esigenza di aprire un dibattito in città sui numerosi episodi di violenza, di privazione della nostra libertà, che viviamo sui nostri corpi di donne/trans/queer/migrant@ nelle strade, nei luoghi di lavoro, tra le mura domestiche, nelle scuole, negli spazi pubblici, sulle spiagge.

Ci opponiamo con forza a questa cultura eteropatriarcale che, utilizzando la violenza in tutte le sue forme, anche mediatiche, riproduce un’immagine in cui chi è vittima è trasformata in imputata (“te la sei cercata!”, “come eri vestita?”, “che facevi sola in giro a quell’ora?”) ed è costretta a subire ulteriore violenza nel doversi “giustificare”. Nel doversi difendere dall’assalto mediatico (“E’ COME ESSERE STUPRATA DUE VOLTE”, PAROLE AMARE DI CAMILLA). Una gogna mediatica infatti che si è sviluppata sul binario della questione denuncia sì/denuncia no tanto emersa sia sui social che sulle principali testate giornalistiche per attribuire credibilità alla vicenda, che non ha fatto altro che mettere in secondo piano Camilla, il suo dolore e un episodio con cui dovrà fare i conti tutta la vita.

A tal proposito, ci sentiamo di dire che nel pieno rispetto della scelta che Camilla si sentirà di fare, noi siamo e saremo al suo fianco a prescindere! Non sarà la denuncia formale a rendere più vera ai nostri occhi la violenza subita. È più che comprensibile la sfiducia rispetto all’iter burocratico e ai tempi infiniti che bisogna affrontare in questi casi, sintomo dell’inadeguatezza del decreto legge anti-femminicidio proposto dal governo.

È evidente dalle statistiche che le donne vittime di femminicidio nella maggior parte dei casi avevano già denunciato il loro aggressore, anche più volte, ma non è di certo servito a salvare loro la vita. Camilla non è rimasta in silenzio e per chi pensa che questo sia troppo poco, a noi basta per decidere da che parte stare ed essere incazzate! Oggi ci riprendiamo le strade per dire che siamo stufe di doverci sempre guardare alle spalle quando siamo in strada, di sera e di giorno. Vogliamo essere libere di muoverci in città senza doverci sentire costantemente in pericolo.

Vogliamo, inoltre, ribadire che le strade libere le fanno solo le donne e tutte le soggettività che le attraversano e non le solite ricette securitarie come i pacchetti sicurezza, il decreto Minniti, il progetto “strade sicure” (telecamere, daspo urbano, esercito, ecc.) che non fanno che legittimare discriminazioni e razzismo sui nostri corpi! E a chi vuole incuterci timore, rispondiamo con la rabbia. Affinché episodi del genere non avvengano più, perché questa vicenda ci riguarda e per ribadire che se toccano una, toccano tutte. Noi siamo con Camilla.

Non una di meno – Napoli

*Tratto dalla pagina Facebook Non una di meno – Napoli