ROMA

Il Ministro Madia riscriva completamente il decreto sui servizi pubblici

Le promesse di piccoli aggiustamenti alla riforma dei servizi pubblici del Partito Democratico non bastano: il testo di legge va riscritto radicalmente. Il referendum del 2011 va rispettato. Martedì 28 giugno: Assemblea Sui servizi pubblici #decidelacitta

Oggi [ieri, ndr] una delegazione di attivisti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e della rete DecideRoma ha incontrato il Ministro Madia per sottoporre alla sua attenzione le gravi criticità contenute nel decreto attuativo sui servizi pubblici locali in merito alla violazione dell’esito referendario del 2011.

Il Ministro ha dichiarato che intenzione dei decreti non è quella di favorire le privatizzazioni e di violare quindi gli esiti referendari. In sostanza una sconfessione del testo scritto, che, come evidenziato da tutte le istituzioni chiamate ad esprimere un parere su tale provvedimento, punta invece ad assicurare nuove forme di privatizzazione sostanziale.

Nel dettaglio il Ministro ha quindi preso l’impegno di modificare quelle parti del testo che puntano a rendere residuale la scelta della gestione in house e di eliminare la reintroduzione della “adeguata remunerazione” della tariffa idrica, abrogata dai referendum 2011. Ha inoltre ribadito come il divieto del ricorso all’azienda speciale per la gestione dei servizi a rete sia stata una precisa scelta del Governo, aspetto sul quale non ha preso alcun impegno.

È evidente come il ricorso all’azienda di diritto pubblico come forma di gestione sia un punto dirimente del rispetto dell’esito referendario, così come lo è l’impostazione complessiva del decreto. Le modifiche che ci aspettiamo non sono quindi delle “limature”, ma un cambiamento sostanziale di tutti quegli articoli che creano, di fatto, un “favor” per le gestioni private.

Per questo a breve consegneremo ai Presidenti della Camera e del Senato centinaia di migliaia di firme, raccolte nell’ambito dela campagna sui referendum sociali, a sostegno di una petizione popolare con cui si richiede il ritiro del decreto, o la sua riscrittura radicale. Se la volontà espressa oggi dal Ministro è reale, il decreto dovrà cambiare completamente forma.

Per queste ragioni abbiamo ribadito che la mobilitazione contro questo provvedimento proseguirà anche nei prossimi mesi, passando anche attraverso le amministrazioni locali, la cui distanza dalle scelte del Governo si fa sempre più ampia.

21/06/2016