ROMA

Il Casale Garibaldi non si tocca!

Continua l’attacco della giunta pentastellata alle esperienze culturali e sociali della città.

Questa volta tocca all’Associazione Casale Garibaldi, nel quartiere Villa De Sanctis, spazio occupato alla fine degli anni Ottanta, che pochi giorni fa, scaduta l’assegnazione, ha ricevuto una lettera del Municipio in cui si chiede di lasciare la struttura entro 90 giorni.

Di seguito il comunicato del collettivo che rilancia con un grande happening per domenica 28 maggio, dalla mattina al tramonto.

LA BANALITÀ DELLA BUROCRAZIA NEOLIBERALE

La lettera del Municipio V, Direzione socio-educativa, si presenta in una forma stringata e gentile al punto giusto, come se comunicasse gli auguri doverosi di buone feste.

Invece, presenta il conto della banalità della burocrazia e dell’austerità che da qualche anno stanno assediando gli spazi sociali e culturali di questa città: “Si invita quindi l’associazione in indirizzo a lasciare liberi gli spazi siti in via Romolo Balzani 87 entro i 90 giorni dallo scadere della predetta convenzione” (11 maggio 2017). Insomma, entro l’11 agosto, dovremmo lasciare uno spazio con una storia quasi trentennale, salvato dall’abbandono e reinventato dal basso dal dicembre 1988, e sperare che il prossimo bando ci lasci qualche briciola.

Diremo loro, invece, che la vita delle persone, il lavoro, la fatica, i desideri, le vittorie e le sconfitte non si possono mettere a bando, non si possono “valorizzare” con il metro dell’ottusità liberista, con la prepotenza della “legalità” costruita sull’ingiustizia. Che una letterina non può fermare la musica della sala prove, le parole del laboratorio teatrale, i progetti e le attività formative, la solidarietà meticcia di mille iniziative che hanno cambiato il volto di questo territorio, come tutti gli altri spazi hanno trasformato la metropoli.
E non potrà fermare il rilancio di partecipazione, di protagonismo e di festa che si terrà DOMENICA 28 MAGGIO, dalla mattina al tramonto, per inaugurare una nuova stagione di mutualismo, produzione culturale, autoformazione e diritti di cittadinanza.
Vi aspettiamo quindi con più determinazione e voglia di resistere, per dire che Roma non si vende e che ogni spazio comune si difende!

24 maggio 2017, Casale Garibaldi – common at work

C’era una volta l'”Eroe dei due mondi”.

Barba folta e sguardo severo, portava il vento della libertà tra i popoli in lotta per l’indipendenza e la giustizia. Come tutte le storie scritte dai vincitori, l’agiografia prese presto il sopravvento sulla verità, trasformando in favola epica anche le macchie, gli errori, le scelte tragiche che hanno costruito nuove oppressioni e nuove ingiustizie.

Ma chi sono oggi gli eroi dei due mondi?

Innanzitutto è un eroe comune con una storia singolare, anonima per chi non vuol vedere, che sfida i muri e i lager della “fortezza Europa”, in fuga dalla povertà e dalle guerre globali, che lotta contro l’esclusione sociale delle nostre periferie.

Poco più in là, c’è una eroina costretta a sopravvivere in una città dal governo ostile, che sbarca il lunario tra mille lavori precari, che vorrebbe un salario dignitoso, che stenta a pagare l’affitto di una casa in mano alle banche, che difende un consultorio a rischio chiusura.

Eroina anche dentro le mura domestiche, in lotta tra lavoro riproduttivo e le pretese di qualche maschio dal vizio proprietario.

Nelle vicinanze si vedono altri piccoli eroi, giovani e giovanissimi, espulsi dalla formazione pubblica, selezionati e impacchettati come un prodotto sugli scaffali del “libero mercato” e della “meritocrazia”, parole corrotte che servono soltanto a riprodurre le differenze di classe.

La verità è che tutti questi eroi del nostro tempo si sono stancati di esserlo.

Vorrebbero una città accogliente a misura di bambino e bambina, senza confini, dove al posto della competizione selvaggia ci sia cooperazione e solidarietà, dove sia possibile lavorare senza padroni, immaginare un welfare autogestito e una cultura senza proprietari, una scuola pubblica fatta di incontro e non di gerarchie. Una città in cui imparare una genitorialità condivisa e una piena libertà sessuale e di genere.

Questi piccoli grandi (non)eroi hanno (ri)trovato una bellissima casa e uno splendido parco dove, tanto tempo fa, si mormora abbia dimorato il nonno dalla storia controversa e mai pacificata. Come tanti altri luoghi di questa città, anche questo rischia di finire sotto la scure di una legalità senza giustizia, costruita su misura per ricchi e potenti.

In fin dei conti, si tratta di una storia che ci offre un buon pretesto sul presente, un’occasione su cui giocare per inventare nuove storie ribelli: senza fortezze, senza eserciti, senza padroni, senza patriarchi.

Quello che ci interessa è riaprire le porte e le finestre di questo Casale, far circolare nuova aria e nuove idee. A partire da una festa dedicata ai non-eroi di tutti i colori, di tutte le età, di tutti gli amori, che non si sono arresi al deserto imposto dai cattivi eroi della rendita e della politica.

Per riconsegnare alla città del comune un nuovo-antico spazio di solidarietà e mutualismo.

Vi aspettiamo DOMENICA 28 MAGGIO, dalla mattina al tramonto, armati di idee, sorrisi, rabbia degna e voglia di libertà.