PRECARIETÀ

I lavoratori della sanità arrivano in Regione: “La salute non si appalta!”

I dipendenti delle cooperative sanitarie in presidio sotto le finestre di Zingaretti: “Siamo un pezzo fondamentale della sanità pubblica, vogliamo gli stessi diritti degli altri.”
Lavoratori della Sanità incontrano Cabina di Regia della Regione Lazio

Sotto il palazzo della Regione Lazio, sono circa un centinaio tra psicologi, fisioterapisti, logopedisti, assistenti sociali. Sono i dipendenti delle cooperative Seriana 2000” e “CIR”, lavoratori a partita IVA che svolgono, a salari bassissimi, funzioni essenziali nella ASL Roma 1. Assieme a loro anche alcuni pazienti e gli attivisti delle Camere del Lavoro Autonomo e precario. Tutti insieme chiedono alla Regione Lazio di non far pagare a chi lavora le conseguenze del commissariamento decennale della Sanità Pubblica nel Lazio.

Tra blocco delle assunzioni, crisi dei bilanci e mala amministrazione, chi ne paga le spese sono proprio i lavoratori, spesso esternalizzati, costretti a svolgere le stesse funzioni dei loro colleghi assunti nelle ASL, ma con salari da fame e in condizioni di precarietà estrema. “Queste persone – spiega Tiziano di CLAP – forniscono un servizio essenziale ai pazienti, sono una colonna portante del servizio sanitario delle ASL, ma dato che lavorano per delle cooperative hanno meno diritti e vengono pagati meno”.

Salari inferiori anche del 30% rispetto ai dipendenti diretti della sanità pubblica, ritardi nei pagamenti e, dulcis in fundo,il mancato riconoscimento del lavoro svolto. Con la progressiva riduzione del commissariamento della Sanità del Lazio infatti, sono in vista nuove assunzioni, ma gli esternalizzati non potranno far valere gli anni di servizio accumulati per partecipare al concorso. “Vogliamo l’internalizzazione e gli stessi diritti per chi lavora direttamente o indirettamente per la sanità pubblica, non possono esserci lavoratori di serie A e di Serie B” spiega una lavoratrice “Se poi non ci vogliono assumere, che almeno ci riconoscano gli anni di lavoro per i concorsi”.

Verso le 12 la Cabina di Regia della Sanità regionale ha accettato una delegazione, salgono in cinque, tra loro anche la mamma di un paziente “stavolta dovranno ascoltarci, non ce ne andiamo senza delle risposte chiare”.

• Intervista a Emanuele delle Camere del Lavoro Autonomo e precario

• Intervento dopo la mobilitazione sotto la sede della regione Lazio