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Free Research and free Jazz

Quando la Ricerca ha bisogno di una nuova ginestra

Leopardi cantava di un fiore, la ginestra, che sulla desolazione del Vesuvio appena sfregiato da un’eruzione, elargiva disinteressato il suo profumo soave, come un canto di amore che si fa lotta e diviene ineffabile. Poi però sotto la bomba atomica ad Hiroshima, sotto le bombe al napalm in Vietnam, sotto le bombe al fosforo bianco in Palestina, dietro qualsiasi conflitto mosso dai soli interessi economici, si sono palesate le reali “magnifiche sorti e progressive”. E nessuna ginestra ci sembra sopravvissuta. Perché le redini di queste sorti sono state monopolizzate dal profitto e la Scienza, quella stessa Scienza che un tempo costruiva Progresso e foraggiava un sincero ottimismo, è diventata strumento di speculazione e terreno di profitto, tradendo gli originari aneliti progressisti appunto: La Sapienza viene quotidianamente stuprata ed abusata da stands pubblicitari, come si trattasse di un banale centro commerciale. Approfittando dell’indifferenza dei più, il nostro Ateneo ospita seminari ed incontri che adducono esplicitamente la presunta importanza della ricerca e dell’investimento nell’ambito dell’industria bellica e della cyber war.

In questa landa desolata la nostra ginestra si autorganizza, risorge per diffondere il profumo della speranza.

Sappiamo che accedere ai fondi per la ricerca in Italia, oggi, non è facile. Non lo è per i grandi gruppi di lavoro che, sebbene con difficoltà, riescono almeno ad affacciarsi al mondo della competizione per i fondi pubblici. Lo è ancor meno per i piccoli gruppi, spesso portatori di idee innovative, cui è concesso uno spazio esiguo, se non nullo, nell’ambito scientifico per conseguire i loro obiettivi e che tendono, per tali ragioni, a restare spesso in ombra. In parte ciò si deve a una difficoltà generale legata al fatto che l’investimento in ricerca e sviluppo è, in Italia, pari al 1,3% del PIL, un livello inferiore a quello di quasi tutti i paesi dell’UE a 15, compresi Irlanda, Portogallo e Spagna, e a diversi paesi di più recente ingresso nell’UE, come Slovenia, Repubblica Ceca ed Estonia. In parte si deve al fatto che l’accesso alla competizione per i fondi di ricerca pubblici pertiene generalmente a progetti relativamente grandi elaborati da reti di gruppi di lavoro . Uno spazio molto piccolo rimane quindi per piccoli gruppi, con buone idee, che potrebbero avere bisogno solo di limitati fondi per conseguire i loro obiettivi scientifici.

E’così che un gruppo di psichiatri, specializzandi e di studenti e studentesse dell’Assemblea di Medicina ha deciso di auto-organizzarsi per finanziare, con un concerto jazz, una ricerca libera ed indipendente nell’ambito della Salute Mentale, uno studio innovativo sulla relazione tra clinico e paziente, basato su un’idea italiana che ha già trovato apprezzamento scientifico in Europa.

L’appuntamento è dunque per il 5 luglio 2013 alle ore 19.30 in una location d’eccezione, la scalinata del Rettorato (piazzale Aldo Moro, 5) con un programma artistico denso di ospiti e di alto livello.

Si inizia alle 21:00 con la proiezione del documentario “Massimo Urbani nella Fabbrica Abbandonata” in ricordo del famoso sassofonista romano di cui si celebra in questi giorni il ventennale della scomparsa, ed il live set a lui dedicato che vede tra gli altri, la partecipazione di Mauro Verrone, Maurizio Urbani e Toni Forimichella al Sax. Si continua, alle 22:00 con il M.A.Trio di Marcello Allulli. A seguire un dj-set di improvvisazioni e musica electro/indie/britpop/funk che vedrà succedersi, sul palco, i MaPS, Dj Mushy e Dj Supermarket.

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