POTERI

Francis e Matteo: no contest

Non c’è proprio partita, detto in non-renzese, fra i serial americani e gli intrighi politici italiani. Troppe diverse ascendenze culturali, senza valutazioni di merito, intercorrono fra Shakespeare e il noir di stampo East e West Coast, da un lato, Boccaccio e la commedia dell’Arte sotto le brezze mediterranee. Chi potrebbe mettere a confronto Tyrion Lannister del Game of Thrones e il vociante on. Brunetta? O Jon Snow e il ribelle Fassina?

Del pari singolare appare la rivendicazione di Renzi, che pretende di ispirarsi a Francis-Frank Underwood, il protagonista di House of Cards 3 appena uscita in simultanea sulle due sponde dell’Atlantico. Certo, anche lui smania per il potere e ci arriva fortunosamente, senza mai essere stato eletto e fottendo colleghi e protettori cui aveva promesso fedeltà. Ma le analogie finiscono lì e pure le poste in gioco. Quanto ai membri della Direzione Pd, cui Supermatteo avrebbe consigliato la serie, lasciamo correre per carità di patria.

Intanto, Francis sta in coppia con Claire e solo così (sulla scorta del Macbeth) funzionano da geni del male e allora –diciamola tutta– la povera Maria Elena Boschi non entra bene nel tailleur di Robin Wright, sarà per quei chili di troppo che attribuisce alla mancanza di amore.

Poi –ed è l’argomento principale– Underwood è una gran figlio di puttana circondato da altri grandissimi figli di puttana che gliene fanno di tutti i colori, mentre Renzi ha degli allocchi tanto per collaboratori quanto per avversari e gli basta fare il furbo in un mondo di stupidi. Matteo se la tira in un contorno da Amici miei, mentre Francis si dibatte nei dilemmi strategici e criminali della politica statunitense di potenza.

Entrambi si propongono di tagliare radicalmente i servizi sociali, le pensioni e il welfare per rastrellare una quota “morta” del Pil e destinarla alla creazione di posti di lavoro freschi (e sottopagati), ben più remunerativa a fini elettorali. AmWork nella fiction televisiva, JobsAct e dintorni nella triste realtà nazionale, sempre con la proclamata volontà di distruggere le lobbies parassitarie e (testuale) di “voltar pagina” (cambiar verso). Con qualche differenza di scala: 10 milioni di jobs promessi in 18 mesi a Washington, un saldo attivo di 8.390 occupati con le nuove regole italiane secondo le previsioni dell’Unioncamere per il primo trimestre 2015.

Nella clamorosa apertura di episodio Francis va, tenendo a distanza la scorta, in uno sperduto cimitero di campagna a portare fiori sulla tomba del padre imbelle e sfigato. Lo fa perché chi ha il potere deve apparire umano (una delle molte citazioni dal Principe), ma subito dopo l’omaggio piscia sulla lapide. Eh no, il nostro Machiavelli del contado (Rignano sull’Arno), non ci avrebbe mai pensato, lui il su’ babbo Tiziano (fortunatamente vivo) se lo tiene ben stretto, oh che non gli ha insegnato come raggirare il prossimo, quando trafficava con il Credito cooperativo di Pontassieve?

Soprattutto Underwood, dopo aver massacrato e ingannato amici e nemici durante l’ascesa al potere, una volta Presidente diventa oggetto di massacro, conosce da tradito il tradimento, si confronta con la resistenza dei Repubblicani e con la defezione dei Democratici, mica stringe Nazareni con Verdini o schiaccia Civati…Insomma, fa il gioco duro con i duri e conosce il dubbio e la paura. Riceve e manda messaggi sul cellulare, ma non infligge tweet a ripetizione, niente selfies e docce con il secchio o spaccio di gelati, segue per video le esecuzioni di terroristi sul campo ma non commenta partite di rugby, è tentato di spedire sua moglie all’Onu, ma (per fortuna) non affida la politica estera a una Mogherini o le Riforme costituzionali a una Boschi. Mangia le costolette di maiale dal suo avvelenatore preferito, non i panini da Eataly, traffica con marpioni della finanza ma non ha un broker fighetto come Serra. Questioni di classe.

Il Male è una cosa seria, mica si perpetra per battutine e dispetti. Vogliamo vedere il sangue, non le rottamazioni sgarbate, la grande ingratitudine della Storia e del Destino, non le ripicche e le prese per il culo della #voltabuona. Passi per la banalità del male, ma che almeno non sia sciapo.