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Febbre a 90 – 7a puntata

La rubrica su calcio e dintorni di DinamoPress

Il 2012 calcistico va in archivio dopo la penultima giornata di campionato del girone di andata, in cui la Juventus vede ancora aumentare il vantaggio sulla più diretta inseguitrice, che ormai cambia ogni tre o quattro giornate. Dopo Napoli e Inter è la volta della Lazio a occupare il secondo gradino in solitaria del provvisorio podio del campionato. La squadra romana, dopo la rovinosa sconfitta di Catania ha inanellato 7 risultati utili consecutivi che le hanno portato 17 punti, frutto di 5 vittorie e 2 pareggi, addirittura meglio della Juve, nel segmento in esame.

Dietro la Lazio non mollano Napoli e Fiorentina, mentre per l’Inter, dopo la sconfitta all’Olimpico contro i biancocelesti di Klose e Petkovic, arriva il pareggio interno con il Genoa ed una piccola crisi di risultati che sinceramente, all’indomani della grande vittoria allo Juventus Stadium di novembre, in pochi si aspettavano. Alle spalle del quartetto in lotta per la CL entra prepotentemente in scia la Roma, che batte senza discussioni il Milan nello scontro diretto e si prepara ad un inizio anno coi brividi: Napoli e Catania fuori, poi Inter in casa. Al termine di questo trittico ne sapremo sicuramente di più, riguardo le velleità e gli obiettivi stagionali della pattuglia di Zeman.

Fine anno, tempo di bilanci, tempo di verdetti, tempo di oscar, come quello per il miglior calciatore del mondo, il Pallone d’Oro, che, sembra ormai certo, per la quarta volta finirà sugli scaffali della bacheca di casa Messi.

E così, mentre i tifosi blaugrana si godono il loro pupillo argentino e un primato in classifica a dir poco mostruoso (16 vittorie e un solo pareggio, per un totale di 49 punti sui 51 disponibili, 9 lunghezze di distacco sulla seconda, l’Atletico Madrid e ben 17 sui rivali storici del Real di Mourinho, nella sua stagione più difficile da quando è allenatore delle Merengues), nel resto dell’Europa la crisi economica sta piegando le ginocchia a diverse squadre, soprattutto in quei paesi dove il default è diventato qualcosa di molto più concreto che un “semplice” incubo notturno.

l 2012 ha visto un deciso allargamento della forbice tra club che possono contare su proprietà straniere, meglio se arabe o russe, e club che vivono in regime di autofinanziamento (passando per tutte quelle realtà sull’orlo del fallimento e quelle commissariate dalle banche, i cui destini sono ormai indissolubiilmente legati alle decisioni prese da invisibili manager dei rispettivi CdA degli istituti di riferimento e non più alle gesta sportive degli 11 che scendono con la maglia della squadra nel rettangolo verde). Tutto ciò in barba alle volontà del direttivo Uefa, Platini in primis, il quale da quando è presidente si è fatto promotore di una serie di provvedimenti e politiche che dovrebbero portare il calcio europeo in un contesto in cui le possibilità di concorrenza tra i club siano molto più legate al fattore tecnico che a quello delle possibilità economiche.

Uefa che per ora sta subendo passivamente esperimenti alla PSG, una squadra che grazie alla nuova proprietà araba può permettersi di vivere ben al di sopra delle sue possibilità, ma che sembra stia per passare al contrattacco: per la prima volta la maggiore organizzazione calcistica continentale ha messo in pratica la famosa forbice del Fair Play finanziario, tagliando dalle prossime competizioni continentali 7 squadre tra cui il Malaga dello sceicco Abdullah Al Thani, se entro il 31 marzo non rientreranno nei parametri finanziari richiesti per ottenere la licenza europea.

Vedremo cosa accadrà all’indomani dell’ultima data utile per queste squadre e se Platini riuscirà a riportare l’industria calcio non solo all’interno di un regime di concorrenza non troppo sleale, ma soprattutto in quello della stabilità e della compatibilità economica: in un momento come quello attuale, è davvero l’unico modo affinché il movimento calcistico non crolli su se stesso, travolto dai prevedibili disastri finanziari, di paesi sovrani e di istituti di credito, che sembrano incombere nel 2013 che sta per arrivare.

Tra le poche certezze che ci ha lasciato il 2012, parecchie riguardano le crisi dei panorami calcistici nazionali più esposti a livello economico, tipo la Grecia: emblematico il caso di due delle squadre più importanti di Atene, da un lato il Panathinaikos, il cui Cda ha recentemente accolto la proposta di un aumento di capitale di 28 milioni di euro che sarà interamente coperto, tanto per cambiare, da uno sceicco già presente nel capitale sociale, e che così arriverebbe a detenere

il 70% delle azioni, blindando praticamente la società.

Dall’altro l’Aek che soffre una crisi finanziaria ormai senza più limiti, frutto di scellerate politiche di investimenti selvaggi negli scorsi anni, politche che hanno portato uno dei club più prestigiosi di Atene ad un passo dal fallimento. Le dimissioni del presidente dell’Aek dello scorso 15 dicembre sono solo l’ultimo atto di una vicenda che pare stia sempre più assumendo i contorni del disastro sportivo: il 2012 ha visto quasi tutti i giocatori presenti nellla rosa chiedere (ed ottenere) la rescissione unilaterale del contratto per irregolarità nei pagamenti degli emolumenti mensili. La squadra si è così presentata ai blocchi di partenza della stagione totalmente incompleta, ed attualmente è all’ultimo posto della classifica del campionato Super League ellenico, senza alcuna apparente speranza di evitare la retrocessione.

In tutto questo, la tifoseria giallonera, una delle più calde dell’intero panorama ellenico, ed in particolar modo il gruppo ultras Original21, sta mettendo alla frusta tutta la dirigenza della propria squadra affinché dimostri attaccamento agli storici colori della compagine, attraverso dimostrazioni eclatanti come quella del 13 dicembre scorso, quando gli uffici del quartier generale del sodalizio sono stati letteralmente invasi e occupati da centinaia di sostenitori infuriati per la situazione.

I comunicati del gruppo, scritti nel solito gergo ultras molto colorito ma che non lascia spazio alle interpretazioni, parlano di situazione umiliante e vergognosa, ed espongono una inquietante lista di nomi dei responsabili del disastro dai quali si aspettano risposte in tempi rapidissimi, si parla di fine anno come scadenza di quello che sembra essere un vero e proprio ultimatum.

Gli stessi Original21, coinvolti come sono in questa crisi del proprio club che farebbe perdere la bussola anche ai più ferrati navigatori delle tempeste calcistiche mondiali, non dimenticano però i loro riferimenti storici e sociali: dopo la vigliacca aggressione di un deputato di Syriza allo stadio Olimpico di Atene durante una partita dell’Aek da parte di tre appartenenti all’organizzazione di estrema destra dell’Alba Dorata, hanno diramato un comunicato (http://original21.com/headlines/193) se possibile ancora più duro ed inequivocabile di quelli relativi alla situazione societaria:

“Per finirla una volta per tutte con questo cancro dei fascisti, noi Original 21, discendenti di profughi e immigrati e alla fine come semplici cittadini vogliamo chiarire che gli arroganti e vigliacchi vermi che hanno attaccato il fan di Aek Stratoulis sono indesiderati e da oggi ricercati. La famiglia della grande Aek comprende persone senza colore e confini. Non c’è posto per i misantropi tra di noi”

Un comunicato che per quanto ci riguarda rappresenta la cartolina finale dal 2012. Un 2012 di crisi ormai diffusa e irreversibile, che fa da volano a fenomeni di revanscismo di rigurgiti fascisti e nazisti più o meno in tutta Europa. Da oggi siamo tutti un po’ tifosi dell’Aek, sia per i problemi societari, dai quali speriamo si risollevino al più presto, anche se sembra molto difficile, sia perché sono questi gli ultras che ci piacciono, perché la reazione diretta alla crisi e al fascismo è l’unica forma di battaglia che conosciamo.

Buon 2013 di calcio a tutti.