SPORT

Febbre a 90 – 16a puntata

La rubrica di calcio e dintorni di DinamoPress.

Tra campionati e turni di coppa, in Europa è tempo di verdetti.

Mentre cominciano a prendere corpo i quarti di finale di Champions League e Europa League, in Italia, Germania, Inghilterra e Spagna, il discorso scudetto è praticamente chiuso, salvo improvvisi miracoli.

Un gol di Giaccherini al 91′ porta la Juventus alla vittoria nello stesso turno in cui Napoli, Lazio e Inter crollano miseramente. Per questi ultime tre la crisi dura da almeno un mese, attraverso risultati deludenti e diverse sconfitte. Il Napoli che si ferma proprio quando poche partite fa era a meno tre dalla Juventus e proprio quando Cavani smette di segnare anche su rigore è l’emblema di questo mediocre campionato. Il Milan consolida il terzo posto dopo essere passata a Genova e aver usufruito degli ennesimi episodi arbitrali a proprio favore. Questa volta mancano almeno un paio di clamorosi rigori per i rossoblù quando la partita era ancora sullo zero a uno. Se questi episodi avessero coinvolto la Juventus probabile che la reazione mediatica avrebbe tutta un’altra eco.

In fondo alla classifica invece assistiamo al solito show di Zamparini, che continua a esonerare e richiamare allenatori su allenatori, mentre la sua squadra giace in fondo alla classica senza dare segni di vita. Ma l’Italia è il paese dei presidenti fenomeni: Lotito che si vanta di “battaglie epocali” contro il razzismo della propria tifoseria, affermando che al massimo è un problema “riconducibile a 12/13 persone”, evidenziando in questo modo tutti i limiti e il pressappochismo di chi gestisce lo sport nel nostro paese. Gli unici esempi di rottura sono nelle serie minori o nei campionati giovanili dove ogni tanto qualche allenatore ritira la propria squadra di calcio dal campo se qualcuno subisce atteggiamenti o insulti razzisti (leggi qui).

Nel frattempo gli stadi italiani continuano a essere vuoti e desolanti. Alcuni addirittura chiusi (Cagliari) il tutto per una mediocrità che fa il paio con quella in campo e proprio mentre da tutta Europa arrivavano immagini di splendidi derby o big-match, con stadi strapieni e colorati, dove non è proibito esporre striscioni oppure accendere torce o fumogeni. Cercate in rete le immagini di uno Schalke 04-Borussia Dortmund (guarda qua) o di West Ham-Tottenham (guarda qui in ricordo di Babby Moore) dei giorni scorsi e la differenza salta agli occhi immediata.

In Italia, invece, il supremo OMS (Osservatorio delle manifestazioni sportive) ci fa sapere che gli spettatori sono in aumento (+1,2%) se rapportati al fine campionato dello scorso anno, con una media di 23 mila spettatori abbondanti contro i 45000 di media del campionato tedesco. Nonostante quello che continuano a sostenere gli ideatori della tessera del tifoso, questo strumento non ha portato nessun beneficio ai tifosi stessi e neanche un clima più disteso negli stadi. Diminuiti gli incidenti grazie ai divieti legati alle trasferte, l’aria che si respira negli stadi italiani rimane sempre la stessa: livida, violenta e pregna di quel tipico razzismo di stampo italico, presente a tutte le categorie.

Ma la cosa più bella vista in questo weekend negli stadi europei riguarda la coreografia dei Gronigen Fanatics che hanno deciso di festeggiare con una polaroid gigantesca che tirava fuori scatti d’epoca…(qui le foto)

Peccato che tutto questo da noi sia impossibile, salvo decidere di passare tra le braccia della mostro burocratico chiamato Osservatorio delle Manifestazioni Sportive.